L'ABORTO DEGLI UOMINI

(dr. Donato Trovarelli)

 

Un figlio lo si fa in due. L’aborto non è solo un problema delle donne, ma anche di uomini senza scrupoli, malvagi, privi del senso di responsabilità e del rispetto verso le donne, che vengono da loro usate come manichini, come bambole di gomma o di pezza, come stracci.

Se il sesso è visto come un gioco, è logico che chi subisce le conseguenze non siano gli uomini, ma le donne con gravidanze indesiderate.

Nelle dinamiche di coppia, il sesso è l’unica cosa che unisce due esseri con aspirazioni, desideri e sentimenti completamente opposti: la donna pensa al futuro, l’uomo solo al presente.

 

La gravidanza allora diventa motivo di sorpresa, perché ogni donna inizialmente non pensa di essere una potenziale mamma.

La vera vittima a questo punto è il feto, che subisce qualsiasi decisione venga presa, nel bene, se la gravidanza viene accettata, nel male, se i genitori sono immaturi ed indegni di questo nome. Sì, genitori, perché non c’è attualmente alcuna campagna contro l’aborto che “gli uomini” procurano.

I maschi sono all’oscuro delle loro responsabilità paterne e non considerano il feto come figlio loro.

Il sentimento di paternità è il vero assente in tutta questa squallida faccenda.

Attualmente è semplicemente vergognoso attribuire alla donna tutte le responsabilità e parlare di aborto solo al femminile.

La donna è vittima, come il feto, mentre l’uomo è il vero autore di ogni nefandezza compiuta in nome del suo piacere e della sua insulsa stupidità. Si sa che l’uomo matura in ritardo rispetto alla donna e in certe cose matura a stento e con difficoltà…

Il contorno che sta alla base della decisione di ogni donna è purtroppo questo, senza sconti e senza pietà. Di fronte ad una gravidanza c’è quasi sempre la preoccupazione di dare un futuro al nascituro e contemporaneamente la paura di convincere l’uomo ad accettare questo “incidente di percorso”. La donna spesso ha paura della reazione dell’uomo e sonda il terreno prima di aprirsi a lui e vede che purtroppo non trova solidarietà o comprensione. L’uomo è essenzialmente egoista!

C’è allora la reazione dell’uomo, impressa nella memoria della donna come con lo scalpello sul marmo, che determina nella donna la volontà di abortire, come estremo rimedio di un rifiuto estremo, vissuto come disprezzo verso la sua persona e verso la dignità della figura umana.

La religione non prepara l’uomo alla paternità.

Certi maschi, veramente balordi, andrebbero cancellati come sbaglio della natura e classificati ufficialmente tra gli esseri indegni di vivere e destinati ad una pena che dovrebbe prevedere come minimo l’emarginazione sociale, perché sono portatori di odio, di morte e di vizio.

Il modello maschile offerto dai media è un mix di forza, di brutalità,e di assenza di scrupoli.

Questo è il modello vincente. Il maschio diventa responsabile solo andando contro corrente: questo lo avevano sbandierato le femministe tanti anni fa, quando avevano capito che non rimaneva altra strada che quella di togliere all’uomo la “gestione totale” del corpo femminile.

Lo slogan “l’utero è nostro”, intendeva sottrarre all’uomo il potere di decidere. Non c’è stato poi nel tempo nessuno slogan che proponesse all’uomo il diritto-dovere alla “paternità responsabile”.

Dai tempi del padre/padrone si è passati a quello del padre provvisorio, saltando la fase intermedia del padre corresponsabile.

Anche attualmente ogni campagna preventiva contro l’aborto, in America che altrove, è condotta sulle ragazze, sulle adolescenti e sulle donne e non sugli uomini.

Questo è un sbaglio che continuerà a massacrare le donne psicologicamente e spiritualmente…

 

Aborto: una possibilità estrema

 

Il Signore Gesù Cristo è il Dio dei cristiani e dà la vita. Gesù è la Vita.

Ogni creatura vivente deve a Dio la sua esistenza, dalla creatura più infinitesimamente piccola a quella infinitamente grande.

Assodato questo, teniamo presente che i figli dell’uomo e della donna sono un dono di Dio, ma ricordiamoci bene che essi soggiacciono ad una legge speciale che non è data a nessun altro animale sulla faccia della Terra: la libertà di scelta.

I doni di Dio sono frutto dell’amore di Dio, ma alcune volte i figli non sono doni di Dio, ma … doni degli uomini malvagi!

I figli hanno diritto a vivere la loro esistenza di “doni di Dio” nell’amore di una madre, nel calore di un abbraccio, nella protezione di una famiglia.

A volte può capitare invece che la violenza sia l’autrice di una maternità indesiderata, non voluta, spesso odiata, se non addirittura schifata e aborrita. Dov’è il dono di Dio? Dio è amore, non violenza. La maternità deve sempre rimanere nell’ambito dell’accettazione del dono, dove ricevente e donatore siano in sintonia e in accordo.

Anche la libertà di scelta che Gesù ha dato sulla croce agli uomini affinché siano salvato, è sempre un fatto di accettazione.

Deve decidere la donna, se accettare una gravidanza o rifiutarla. Non ci devono essere automatismi. Dio aborre le forzature. Nessun uomo di Dio fu mai forzato ad accettare, ma sempre “convinto” ad accettare. E’ questo il compito della società, della religione, della medicina: mettere la donna (e l’uomo) in grado di capire e di accettare.

Non si può imporre ad una donna il frutto di uno stupro, di una pulizia etnica, di una violenza operata da malvagi e da… demoni. In Genesi 6, Dio azzerò la razza umana col diluvio, a causa di un connubio non accettato da Dio.

Se la donna vuole avere un figlio e Dio glielo concede, deve essere libera.

Dove non c’è libertà, non c’è neppure giustizia. Non consideriamo la donna come schiava!

La donna ha lo stesso diritto dell’uomo di essere una creatura libera e responsabile.

Solo Gesù a questo punto rompe gli schemi. Perdona un’adultera condannata dalla religione e dagli uomini, si rivela per primo ad una donna samaritana, dopo la resurrezione incontra per primo una donna chiamata Maria Maddalena, affida a tutti coloro che credono in Lui il compito di servirlo, donne comprese.

 

Il problema dell’aborto non è allora un fatto sociale, ma personale e tale deve rimanere, se vogliamo che la Parola di Dio sia attuata, lì dove dice in I Corinzi 6:12: “Ogni cosa m'è lecita, ma non ogni cosa è utile. Ogni cosa m'è lecita, ma io non mi lascerò dominare da cosa alcuna.” Ed anche in I Corinzi 10:23: “Ogni cosa è lecita ma non ogni cosa è utile; ogni cosa è lecita ma non ogni cosa edifica.”…

La donna è stata estromessa arbitrariamente dal sacerdozio per millenni, pur sapendo che ogni salvato è “real sacerdozio” (I Pietro 2:9) e che ogni credente nato di nuovo è “membro della chiesa dei primogeniti” (Ebrei 12:23) e che ogni nato da Dio è figliolanza di Dio (Giovanni 1:12)

Nell’ambito delle chiese evangeliche questo dibattito è pane di tutti i giorni….

Figuriamoci se nella chiesa cattolica si può fare un discorso di libertà! Lì c’è gerarchia, autorità e sottomissione.

Figuriamoci se le altre religioni possono prevedere che la donna abbia la stessa dignità dell’uomo!

L’aborto è terribile in sé e per sé e come tale deve rimanere nella coscienza di chi lo pratica, ma anche nella coscienza di chi non ha altra scelta se non quella di doverlo praticare.

Nessuno può costringere un’altra persona a vivere una vita d’inferno per imposizione delle leggi ingiuste e per la volontà di altri uomini malvagi.

Il Signore Gesù Cristo è il Signore di tutti, nolenti o volenti, ma è il Salvatore solo di chi lo accetta. Lui non forza nessuno, al limite spinge ad entrare, ma è sempre un Dio che vuole essere accettato come “Personale Salvatore”.

Non facciamo un discorso di libertà solo quando ci fa comodo, ma sempre e in ogni aspetto della nostra vita, aborto compreso.