Dr. Donato
TROVARELLI (gestore di www.protestantesimo.it)
LA LIBERTA’ RELIGIOSA IN ITALIA NON DEV’ESSERE
CONCESSA A QUELLE RELIGIONI CHE, DOVE SONO A MAGGIORANZA, A LORO VOLTA NON LA
CONCEDONO ALLE MINORANZE!
LA RECIPTOCITA’ DI
TRATTAMENTO DEV’ESSERE IL PRINCIPIO CARDINE DI OGNI
PRETESA DI LIBERTA’ RELIGIOSA.
NON SI PUO’ GARANTIRE LA LIBERTA’ RELIGIOSA A CHI A
SUA VOLTA, NON LA GARANTISCE AGLI ALTRI!
LA
CRONACA
Si
è svolta a Roma il 19 giugno 2010
Organizzata
dall’Alleanza Evangelica Italiana (A.E.I.
www.alleanzaevangelica.org) la
marcia è stata affiancata ed appoggiata dal Partito Radicale che ha trasmesso
da Radio Radicale i discorsi tenuti a Piazza Campo dei Fiori. La marcia si è
snodata per via Teatro Marcello, Campidoglio, Via delle Botteghe Oscure, Piazza
Argentina e Corso Vittorio Emanuele. I partecipanti hanno dato luogo ad un festoso, colorito e rumoroso serpentone che è stato
ammirato e fotografato da turisti e romani.
Pur
essendo state invitate,
tutte le associazioni religiose più famose ed importanti hanno
snobbato la manifestazione, dalle ADI, alle Chiese battiste, metodiste,
valdesi, ai luterani, agli ebrei.
Chi
ha partecipato, lo ha fatto solo a titolo personale.
Ciò
dimostra chiaramente, sia che ogni denominazione
religiosa italiana è abituata a coltivare solo il proprio orticello,
accontentandosi delle concessioni ottenute dallo Stato Italiano, sia che manca
l’amore fraterno verso coloro che, nati di nuovo, per grazia del sacrificio di
Cristo, non si sentono di condividere dottrine confessionali, ma solo
l’autorità della Parola di Dio.
In realtà la condizione religiosa evangelica può essere
vista come distribuita su quattro
livelli:
1) Le denominazioni evangeliche che hanno firmato proprie Intese con lo
stato Italiano e che sono diventate Legge nazionale (finora hanno
avuto le Intese
2) Le denominazioni che hanno concordato un’Intesa con lo Stato Italiano
e sono in attesa di avere una propria legge statale in base all’art. 8 della Costituzione, terzo comma. (l’Esercito
della Salvezza, la comunità buddhista della Soka Gakkai, la Federazione delle chiese pentecostali, l’Opera
delle chiese dei fratelli,
3) Le
denominazioni riconosciute ma che non hanno un’Intesa.
4) Le denominazioni che non hanno alcun riconoscimento. (la Comunità
evangelica di confessione elvetica e
Per le Chiese Evangeliche “Libere” se ne stanno
occupando
Ci si auspica che lo Stato Italiano faccia una “legge
quadro” che disciplini l’intera materia, senza concedere privilegi e senza
imporre restrizioni.
La
marcia di quest’anno ha proseguito la lotta che da anni l’AEI sta svolgendo per
la libertà religiosa, dopo i raduni di piazza a Roma nel 1999 e nel 2007 e
della manifestazione AEI-FCEI-FCP del 2009.
COSA CHIEDIAMO
1.
Che sia abrogata la legge sui “culti ammessi”
che discrimina moltissime minoranze religiose. In uno stato democratico non ci
sono “culti ammessi”, ma a tutti viene riconosciuta la
piena libertà religiosa. La legge sui culti ammessi (L.1159 del 24/6/1929),
ridotta ormai ad una groviera, per le parti abrogate o
dichiarate incostituzionali, è efficace non erga
omnes (come dev’essere
una legge), ma solo verso chi non ha un’Intesa ex art. 8 Cost.
2.
Che sia approvata
una “legge quadro” sulla libertà religiosa che estenda a tutte le confessioni
religiose interessate i punti salienti delle intese che sono già
legge dello Stato.
3.
Che diventino Legge in tempi ragionevoli, le altre Intese con le confessioni religiose
che le hanno già concordate, dando piena attuazione all’art. 8
della Costituzione.
4.
Che il Governo
italiano si faccia interprete della denuncia
delle gravi violazioni della libertà religiosa che si
verificano in molti Paesi del mondo a danno delle minoranze cristiane,
tra cui quella evangelica, e si attivi per trovare forme concrete di soluzione
a livello bilaterale ed internazionale (leggi anticonversione nei paesi
islamici , in India, in Cina, ecc.)
5.
Che, oltre alla
legge sulla libertà religiosa, in Italia si realizzi un effettivo quadro di pluralismo nell’informazione e
nell’accesso ai mezzi di comunicazione di massa. Le religioni cristiane non
sono due, ma tre (Chiesa Cattolica, Ortodossa ed
Evangelica) e ad esse si aggiungono le altre due religioni monoteiste non
cristiane (religione Ebraica e Islamica)
“La libertà
religiosa è la madre di tutte le libertà in quanto
investe la libertà di coscienza, di pensiero e di professione pubblica della
fede di ciascuno.
Toccando la
libertà religiosa, si tocca tutto il sistema a salvaguardia
della libertà di tutti. La libertà religiosa non interessa solo le minoranze,
ma è un principio di civiltà che deve interessare tutti, indipendentemente dai
credi e dall’appartenenza di ciascuno.
La libertà religiosa
rappresenta lo sfondo dove ricercare una efficace
politica sociale attenta alle differenze (anche religiose), dove incoraggiare
scelte segnate da una tolleranza genuina che non camuffa le diversità e da
un’azione che sostiene l’integrazione, il dialogo plurale per il bene comune,
la tutela dei diritti umani e la partecipazione democratica.
La libertà religiosa è innanzitutto libertà di coscienza e di culto, ma poi deve essere intesa
anche come libertà concreta di esercizio e di diffusione del proprio credo. Non
è infatti sostenibile - nella prospettiva di un
riconoscimento completo dei diritti umani - enunciare principi che poi non
trovino riscontro tangibile nelle procedure amministrative, nei regolamenti
urbanistici o nella gestione dell’ordine e dello spazio pubblico. Ciò riguarda
soprattutto il Servizio pubblico della
RAI il cui compito istituzionale è di rappresentare anche la pluralità
religiosa e culturale del nostro Paese, ma che sovente vede la presenza
evangelica del tutto ignorata. L’esposto del 23/1/2007 all’Autorità per le
garanzie nelle comunicazioni ha evidenziato una situazione di grave
sottorappresentazione del pluralismo religioso, senza suscitare alcuna risposta
adeguata. Pur rispettando la presenza del cattolicesimo romano, l’Italia non è
solo cattolica e questo
La situazione della libertà religiosa in Italia a
tutt’oggi risulta abbastanza strana: apparentemente
sembrerebbe che tutto sia corretto e consentito, nei limiti delle mille leggi e
leggine, ma in realtà si vive in pieno regime di monopolio della Chiesa
Cattolica.
Pur non essendo più “religione di stato”, come da
Allegato E all’Intesa Cattolica del
Si ricorda che il crocifisso
non è il simbolo della cristianità, ma solo della Chiesa Cattolica, che timbra
il suo potere in ogni aspetto della vita pubblica italiana.
L’Italia non è uno stato laico, e non lo è mai stato,
ma uno stato confessionale, dove
Tale chiesa ha addentellati
dovunque ed è ammanicata a doppia mandata con partiti politici, mafia, banche,
società economiche, assicurazioni, e più in generale con il potere politico,
economico e militare, non solo dell’Italia, ma del mondo intero.
In Italia nulla si muove, si dice o si fa, se
non viene autorizzato o almeno controllato dalla
Chiesa Cattolica.
Lei è sempre stata abituata a giocare ad “Asso pigliatutto”, ed anche in questo contesto di
apparente tolleranza ecumenica, non ha nessuna intenzione di riconoscere le
altre confessioni religiose.
Non è detto che anche con le Intese con
le altre confessioni religione,
Per lei le altre chiese non devono esistere, almeno
sotto l’aspetto pubblico: non esistono gli evangelici, non esistono
i musulmani, non esistono gli induisti e i buddisti, insomma non esiste nessun
concorrente ufficiale. Se esiste, esiste per fatti suoi e non per riconoscimento cattolico,
che non avverrà mai!
Se in passato ha fatto qualche passo “ecumenico”, è
perché lo ha dovuto subire in un regime di rapporto di
forze: la sua posizione di dominanza assoluta in Italia era diventata posizione
di minoranza in Europa, dove agnosticismo, luteranesimo, evangelismo anglo-danese-olandese-svedese-norvegese erano la
maggioranza, sia religiosa che politica.
Inoltre il riconoscimento della Chiesa
Valdese con l’Intesa del 1984 chiudeva un contenzioso secolare fatto di
stermini, persecuzioni e divieti che
L’intesa con
In Italia ci sono molte denominazioni
evangeliche per un totale di 490 mila credenti adulti. Sarebbe la seconda
religione dello stato se non ci fossero gli immigrati di religione islamica…
La difficoltà reale che esiste è la scarsa collaborazione
fra denominazione e denominazione, quasi come una
sorta di non-riconoscimento reciproco, per svolgendo la stessa funzione della
salvezza delle anime.
In molti casi si è anche dovuto
assistere ad un vero e proprio ostracismo delle attività dell’una da parte
delle altre, per spirito di invidia e di gelosia.
La
mancata partecipazione alla marcia 2010 potrebbe anche far pensare ad un vero e proprio boicottaggio evangelico, ai limiti del
settarismo.
Lo spirito settario non è quello del vocabolario di
lingua italiana (setta = chiesa di minoranza) ma è quello biblico di faziosità,
cioè dell’incapacità a vedere, negli appartenenti ad altre denominazioni, dei
fratelli “nati di nuovo”.
“ Vero è che
alcuni predicano Cristo anche per invidia e per rivalità; ma ce ne sono anche
altri che lo predicano di buon animo. Questi lo fanno per amore, … ma quelli
annunziano Cristo con spirito di rivalità, non sinceramente, pensando di
provocarmi qualche afflizione nelle mie catene. Che importa? Comunque sia, con
ipocrisia o con sincerità, Cristo è annunziato; di questo mi rallegro, e mi
rallegrerò ancora;” (Filippesi 1:15-18)
Finora in Italia, nonostante i
vari tentativi provenienti da diverse parti, non è mai stato fatto un raduno
pan-evangelico, che abbia visto insieme riunite tutte le denominazioni
evangeliche italiane.
Sembra strano, ma casi del genere avvengono
all’estero, in Africa, in America, ma in Italia mai.
Le parole “fratellanza, fraternità,
fratello, sorella” si applicano solo al membri della propria chiesa, cioè
“alle pecore del proprio ovile”, non considerando che l’ovile di Cristo non è
una denominazione, ma l’intero Corpo, l’intera Chiesa.
UNA
PROPOSTA PER FAVORIRE IL CRISTIANESIMO NEL MONDO
La
proposta di www.protestantesimo.it
è rivolta principalmente alla CHIESA CATTOLICA e al potere politico italiano
cattolico e in secondo luogo agli evangelici stessi.
Il punto di forza di tale proposta sta nel fatto che
il cristianesimo è comunque vincente rispetto a tutte le altre religioni del
pianeta.
Pensare diversamente da questo,
significa negare che il cristianesimo sia l’unica religione che ha visto Dio
scendere in Terra e che ha visto questo Dio risalire in Cielo come UNICO
Trionfatore e Salvatore Autorizzato. Nessuna religione ha queste
caratteristiche.
Il problema nel mondo è che proprio le
religioni false non-cristiane hanno l’arroganza di impedire a tutti i costi l’avanzata del cristianesimo: che fare allora?
Se questo avviene, non c’è più libertà.
Per avere la libertà religiosa ci dev’essere
il confronto, il dialogo, il rispetto e la reciprocità di riconoscimento.
Nessuna religione dev’essere
ammessa se questa non sia disposta a riconoscere anche le altre come religioni
degne della stessa libertà che pretende di avere.
Le religioni
devono stare tutte sullo stesso piano di parità e di uguale dignità.
Neppure Gesù Cristo escluse le altre religioni, ma si
propose come il frutto di una ricerca: “cercatemi e
troverete” (Matteo 7:7). Lui non si impose e né
escluse, ma chiese di fare un confronto (Chi credete che io sia? Luca 9:18) e
un tentativo di autenticità (chiedete ed io ve lo farò. Giovanni 14:13)
Gesù Cristo
non ha mai imposto la fede, perché ha
sempre anteposto l’amore e la conoscenza. Solo le religioni totalitarie si impongono come vere e uniche e questo è il loro tallone
di Achille, il loro punto debole, che le escluderebbe “di fatto” dal ogni
discorso “paritario di libertà”.
Prima allora di fare un discorso di libertà, occorre fare un discorso di anti-totalitarismo, di
anti-integralismo, di anti-religione nazionale o di religione di stato.
Non si può più ammettere che ci sia la verità solo da
una parte, perché la verità religiosa è sempre un credo soggettivo dei suoi
adepti.
Ogni religione crede di essere quella vera, ma nessuna
può dire di essere l’unica, salvo incorrere nel peccato di integralismo,
così come risulta in Arabia Saudita, in Iran, e in ogni paese islamico e come
risultava in Italia prima del 1985. Dovunque ci sono gli islamici, c’è la
tendenza a imporsi sulle altre religioni, e questo è male!
Ecco allora che il mondo occidentale cristiano deve
dire BASTA CON LE RELIGIONI NAZIONALI O DI STATO!
La religione deve essere una scelta, non
un’imposizione per nazionalità o per nascita, e dev’essere
facile entrarci e facile uscirci. Dove c’è una
religione di stato, lì c’è sopraffazione, ingiustizia
e violenza: guadiamo in Cina dove la “religione ateista” combatte contro ogni
altra religione non atea.
Dire
BASTA CON LE RELIGIONI INTEGRALISTE, significa necessariamente affermare il
nuovo principio che preveda che non si può pretendere la libertà, escludendo
gli altri!
Questo diverrebbe un insormontabile
impedimento all’Islam di essere riconosciuto ufficialmente in Italia e nel
resto del mondo.
Ogni
religione, prima di ogni altra cosa, dovrebbe fare un giuramento, un impegno
solenne di favorire il pluralismo, nelle nazioni dove è maggioranza…
Occorre fare un doveroso DISTINGUO fra chiese comunque CRISTIANE e chiese
non cristiane, specie islamiche.
Nel
primo caso la legge sui “Culti ammessi” del
Ora è importante che venga
riconosciuta dalla Legge la caratteristica del movimento evangelico “libero”,
che è la caratteristica stessa offerta dalla Bibbia nel Libro degli Atti degli
Apostoli: infatti è da duemila anni che i credenti cristiani evangelici si
riuniscono intorno alla Parola di Dio, per commentarla e per adorare Gesù
liberamente e spontaneamente, nelle case, nei luoghi più ameni, senza
autorizzazioni di sorta.
Gli evangelici hanno il sacro dovere di ubbidire prima
a Dio e poi agli uomini, e questo fatto ha caratterizzato la presenza
evangelica, come una presenza che ha sempre favorito
il dialogo, la libertà, la democrazia diretta, la solidarietà e il benessere
per tutti, come in un regno della felicità.
Nelle nazioni non evangeliche, c’è
il contrario, la tirannia, la sopraffazione, la paura, loa
mancanza delle libertà anche le più elementari e basilari, e la povertà dei
popoli. In tali nazioni non democratiche esistono ancora oggi “chiese
evangeliche clandestine”. Si spera che questo non debba
avvenire anche in Italia, con una “cattiva legge sulla libertà religiosa.
Nel mondo
musulmano la libertà non è concessa
mai a nessuno, con paesi addirittura dove
l’esagerazione e l’estremo fanatismo religioso è la regola! Se una legge sulla
libertà religiosa dovesse concedere ai musulmani una libertà pubblica, oltre a
quella privata, sarebbe la fine!
Dare la libertà religiosa ai musulmani significherebbe
permettere l’introduzione della “legge islamica” in Italia, con tanto di riti
islamici, feste islamiche, burka,
scuole islamiche e soprattutto di tribunali islamici sostitutivi della
giustizia occidentale, così come sta avvenendo in Gran Bretagna.
Questa dovrebbe essere l’ultima e definitiva crociata.
EVANGELICI E CATTOLICI INSIEME: LE RADICI
CRISTIANE DELL’EUROPA
Pur non stando insieme e pur non potendosi fondere in
un’unica religione, per insanabili e ovvi motivi di distinzione (il papa
vicario di Cristo al posto del Cristo Vivente, l’idolatria e l’ostia adorata al
posto dell’adorazione del Creatore Gesù Cristo, ecc) tutte e due queste
religioni hanno caratterizzato l’Europa, facendola diventare la culla del
cristianesimo, in opposizione ad ogni altra forma di
religione paganeggiante. Dall’Europa sono usciti tutti i missionari che hanno
trasformato il mondo in ciò che è oggi, nel bene e nel male. Questo dovrebbe
essere il senso della stessa proposta papale
dell’inserimento nella Costituzione Europea delle cosiddette “radici
cristiane”.
Se l’islamismo non è entrato in Europa, se la
democrazia si è diffusa nel mondo, se il benessere ha trasformato i popoli, se
le rivoluzioni hanno dato nuove speranze e nuove
realtà, se l’America è diventata la realtà di un “nuovo mondo” che l’Europa ha
partorito, ebbene questo è ciò che sinteticamente potremmo denominare come
“radici cristiane”!
Queste “radici” per gli evangelici sono addirittura la
base della loro stessa sopravvivenza, secondo il principio che dovunque due o
tre si riuniscano “nel nome di Gesù”, ciò costituisce un criterio valido per
ogni tipo di libertà, di culto, di opinione, di pensiero, secondo ciò che gli
evangelici Garibaldi e Mazzini proponevano già 150 anni fa.
“Il Nome di Gesù” deve allora
essere
Le altre confessioni religiose non accetteranno mai di
riunirsi nel Nome di Gesù Cristo, perché non
riconosceranno mai di appartenere all’albero di Cristo.
Il riconoscimento delle “radici cristiane”, non dovrà
significare “radici cattoliche”, ma radici di un’Europa che ha visto Riforma e Controriforma, movimenti di risveglio evangelico e desiderio di
libertà e di giustizia sociale e democratica: ecco il senso che la storia ha
attribuito a tutte le confessioni religiose cristiane evangeliche che attualmente chiedono una libertà di culto.
Non è possibile e non è neanche
giusto, che la legge non riconosca la barriera che da sempre ha visto
contrapposte le religioni “cristiane a quelle “non cristiane”: la barriera
esiste e va riconosciuta, perché non è stata messa dal “cristianesimo”, ma
proprio dalle religioni “non cristiane”.
Se prima in Italia si è parlato di confessioni
“diverse dal cattolicesimo”, è bene che ora nella stessa Italia e nell’Europa
Unita si parli di confessioni “diverse dal cristianesimo”.
E’ l’ultimo treno che il Cattolicesimo italiano può
prendere, prima che il qualunquismo religioso diffuso e l’ateismo serpeggiante
riconoscano un diritto alle religioni non cristiane, che è lo stesso diritto
che loro si prendono per annichilire il cristianesimo nelle loro terre di
origine.
Se questo principio delle “confessioni diverse dal
cristianesimo”, dovesse passare in Italia, potrebbe essere più facile farlo
passare anche all’Europa.
Se invece il mondo cattolico ecclesiastico e politico
non dovesse riconoscere tale distinguo, chiudendosi in una presunta supremazia
di sorta, e non facesse FRONTE COMUNE con le chiese evangeliche, notoriamente
“ecumeniche”, contro le religioni non-cristiane, notoriamente “anti-ecumeniche,”non avrebbe mai la forza adatta a contrastare l’avanzata
delle religioni “non-cristiane” in Italia e in Europa e… perché no, nel mondo!
Una legge sulla libertà religiosa in Italia così
concepita, darebbe concretezza al vero “ecumenismo cristiano” e costituirebbe
un precedente legislativo da tener presente in tutte le realtà nazionali di cui
l’Europa Unita è costituita.
CONTENUTI DELLA PROPOSTA DI LEGGE
Ogni proposta di legge sulla libertà religiosa in Italia
passa attraverso questa necessità URGENTE: non bisogna dare soldi dell’8 per mille ai musulmani, che in Italia sono già oltre il
milione!
Questa considerazione scaturisce dal fatto che ulteriori soldi al mondo musulmano darebbero potere ad
organizzazioni criminali che scatenerebbero un possibile terrorismo proprio
contro noi stessi! Allevare un serpente in seno è sempre stato il classico
pericolo da evitare…
Consideriamo inoltre che nel mondo
protestante-evangelico, nel mondo cattolico, e nel mondo ortodosso ed ebraico,
la libertà è attualmente concessa a tutti in un regime
di “libera concorrenza”.
Nel mondo mussulmano la libertà non è concessa mai a
nessuno, con paesi addirittura dove la persecuzione, la
proibizione, l’esagerazione e l’estremo fanatismo religioso sono la regola! Se
una legge sulla libertà religiosa dovesse concedere ai musulmani una libertà
pubblica, oltre a quella privata, sarebbe la fine!
Per impedire questo, una legge sulla
libertà religiosa allora dovrebbe ispirarsi ai seguenti princìpi:
1) Nessuna confessione religiosa può
essere riconosciuta se, nel suo STATUTO non ci sia la dichiarazione di parità
con le altre confessioni religiose.
Questa infatti
è la principale obiezione che può essere fatta al mondo musulmano-islamico,
dove nessuna nazione a maggioranza musulmana permette la piena parità alle
altre confessioni religiose.
2) Nessuna confessione religiosa può
essere riconosciuta “pubblicamente” se, nel suo STATUTO non ci sia la
“reciprocità” di trattamento, con le altre confessioni religiose, in Italia e
nel mondo.
La reciprocità” dev’essere
accertata e dimostrata nei paesi dove una confessione,
di qualunque tipo (islamica, buddista, induista, ecc) sia maggioranza. Se si
fanno leggi anti-conversione (in India, Pakistan e in altri), si limita la
circolazione di credenti e materiale religioso, si pretende di imporre la loro
legge anche ai non-islamici, si infibulano le donne,
si impediscono la costruzione di chiese, vengono contrastati gli aiuti alle
fasce misere delle popolazioni (in India) e si cerca in tutti i modi di
limitare la presenza dei cristiani cattolici, evangelici ed ortodossi
ghettizzandoli o eliminandoli fisicamente, non può esserci in Italia nessun
riconoscimento “pubblico” di tale religione: sarebbe come approvare il loro
comportamento antilibertario nel resto del mondo.
Nella città di La
Mecca è addirittura vietato l’ingresso ai non-islamici: all’ingresso della
città c’è il cartello “only muslim”.
Sarebbe come se prima di entrare a Roma ci fosse scritto “solo cattolici”. Se
non ci sono nessuna reciprocità, nessun rispetto,
nessuna libertà, nessuna tolleranza, in pratica non ci può essere nessuna
“piena libertà”neppure in Italia, senza per nulla essere “razzisti”. Il
razzismo sta altrove!
3) Nessuna confessione religiosa può
essere riconosciuta “pubblicamente” se, nel suo STATUTO non ci sia
l’accettazione della caratteristica di “non-settarismo”, sancita dalla
Costituzione Italiana, costituita dalla libertà di essere accettata, ma anche dall’essere rifiutata, non solo in Italia ma nel mondo.
Se è facile entrare e convertirsi, dev’essere
altrettanto facile uscire da una confessione religiosa, in omaggio al rispetto
delle coscienze. Nel mondo islamico è difficile uscire, e addirittura, se ciò
accade, bisogna subire le rappresaglie “pubbliche”, spesso
anche “legalizzate”. Non si può assolutamente negare il grave ostracismo verso
i cristiani, nei paesi musulmani ed indiani.
CONSEGUENZE
Occorre allora fare IN ITALIA una legge sulla libertà
religiosa che sia innanzitutto anti-islamica, perché mancano tutti i
presupposti della”parità” di trattamento, che l’ISLAM stesso non riconosce e
che addirittura non conosce.
Il buonismo religioso del mondo occidentale è stato
finora propugnato solo dagli atei o dagli scettici. La realtà invece è diversa,
e dev’essere diversa, quando
si parla di religione.
Domandiamoci seriamente: perché dare la libertà
religiosa a chi non la dà a noi, sia cattolici, sia evangelici-protestanti,
sia ortodossi e sia ebrei?
Una legge-quadro sulla libertà religiosa dovrebbe
prevedere questo caso.
In tutti i paesi musulmani, senza alcuna eccezione, la
negazione della libertà altrui sta addirittura nei fondamenti stessi del Corano
e nei principi stessi dell’islamismo come “unica religione di stato”. Noi
evangelici non rimproveravamo proprio questo alla Chiesa Apostolica Cattolica
Romana?
Adesso che le cose in Italia sono cambiate, perché è cambiato l’atteggiamento della Chiesa Cattolica che si
ritrova in minoranza nel mondo protestante-evangelico, possiamo ben auspicare
che cambi qualcosa anche nel mondo islamico, dove avere la libertà religiosa
nel mondo cristiano cattolico-evangelico voglia anche dire di dover rivedere
qualcosa circa la parità dell’islamismo con le altre confessioni religiose,
proprio nei paesi islamici.
Troppe guerre religiose ci sono state e troppe ce ne sono in corso, provocando milioni di morti proprio su popoli
innocenti che vedrebbero di buon occhio il confronto, piuttosto che lo scontro.
Una legge sulla libertà religiosa dovrebbe prevedere
anche questo, guardando alla reale “libertà” che ogni confessione religiosa
offre nei suoi STATUTI, sia in Italia che all’estero.
O una confessione prevede il diritto di conversione e
contemporaneamente il diritto di sconvertirsi, oppure
siamo al più becero settarismo, che va combattuto e non sostenuto ed incoraggiato o addirittura riconosciuto.
Allora sarebbe come se dessimo l’8
per mille anche alla mafia, oppure riconoscessimo che potesse svolgere liberamente
i suoi traffici! Saremmo alla frutta!
Dare la libertà religiosa ai musulmani significherebbe
islamizzare l’Italia senza prendere alcuna contromisura, proprio adesso che
possiamo farlo: dopo sarebbe troppo tardi! Con gli islamici in casa nostra, addio
ad ogni nostra forma di religiosità, perché li
offenderebbe, perché loro non potrebbero sopportare di vederci fare cose che il
Corano vieta, o di fare feste o cerimonie religiose. Dovremmo pensare a
concentrare i fedeli cristiani in determinati porti e praticare il
cristianesimo a macchia di leopardo, per ritornare ad
essere religioni legate al territorio, proprio ciò che vogliamo combattere…
UNA
STRANA SITUAZIONE:
Una legge
può sopravvive per alcuni e non per altri cittadini?
La
verità che nessuno vuole accettare è che la legge sui culti ammessi è stata
abrogata di fatto, già nel 1984 con la prima Intesa,
quella Valdese.
L’abrogazione
di una legge può non essere un atto formale, ma
sostanziale, quando la materia che la vecchia legge disciplina, non ha più gli
stessi effetti verso tutti i cittadini.
Ecco perché si sta pensando ad una legge “cornice”, perché il quadro non c’è più!
Per essere più chiari, la legge sui
culti ammessi “colpirebbe” solo il 10 per cento del modo evangelico e per
intero i seguaci dell’Islam e delle altre confessioni non cristiane.
Gli israeliti avevano già un’Intesa
ancor prima del 1984.
Dr. Donato
TROVARELLI
Gestore di www.protestantesimo.it
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