LA LIBERTA’ RELIGIOSA IN ITALIA

Dr. Donato TROVARELLI (gestore di www.protestantesimo.it)

 

 

LA LIBERTA’ RELIGIOSA IN ITALIA NON DEV’ESSERE CONCESSA A QUELLE RELIGIONI CHE, DOVE SONO A MAGGIORANZA, A LORO VOLTA NON LA CONCEDONO ALLE MINORANZE!

LA RECIPTOCITA’ DI TRATTAMENTO DEV’ESSERE IL PRINCIPIO CARDINE DI OGNI PRETESA DI LIBERTA’ RELIGIOSA.

NON SI PUO’ GARANTIRE LA LIBERTA’ RELIGIOSA A CHI A SUA VOLTA, NON LA GARANTISCE AGLI ALTRI!

 

LA CRONACA

Si è svolta a Roma il 19 giugno 2010 la Marcia per la libertà religiosa in Italia. Oltre 1500 evangelici si sono ritrovati alle 15,30 a Piazza Bocca della Verità convenuti da diverse zone d’Italia.

Organizzata dall’Alleanza Evangelica Italiana (A.E.I. www.alleanzaevangelica.org) la marcia è stata affiancata ed appoggiata dal Partito Radicale che ha trasmesso da Radio Radicale i discorsi tenuti a Piazza Campo dei Fiori. La marcia si è snodata per via Teatro Marcello, Campidoglio, Via delle Botteghe Oscure, Piazza Argentina e Corso Vittorio Emanuele. I partecipanti hanno dato luogo ad un festoso, colorito e rumoroso serpentone che è stato ammirato e fotografato da turisti e romani.

Pur essendo state invitate,  tutte le associazioni religiose più famose ed importanti hanno snobbato la manifestazione, dalle ADI, alle Chiese battiste, metodiste, valdesi, ai luterani, agli ebrei.

Chi ha partecipato, lo ha fatto solo a titolo personale.

Ciò dimostra chiaramente, sia che ogni denominazione religiosa italiana è abituata a coltivare solo il proprio orticello, accontentandosi delle concessioni ottenute dallo Stato Italiano, sia che manca l’amore fraterno verso coloro che, nati di nuovo, per grazia del sacrificio di Cristo, non si sentono di condividere dottrine confessionali, ma solo l’autorità della Parola di Dio.

         In realtà la condizione religiosa evangelica può essere vista come distribuita su quattro livelli:

1) Le denominazioni evangeliche che hanno firmato proprie Intese con lo stato Italiano e che sono diventate Legge nazionale (finora hanno avuto le Intese la Chiesa valdese, le Assemblee di Dio in Italia, la chiesa Battista, la Chiesa Luterana, l’Unione italiana delle chiese cristiane avventiste del 7° giorno).

2) Le denominazioni che hanno concordato un’Intesa con lo Stato Italiano e sono in attesa di avere una propria legge statale in base all’art. 8 della Costituzione, terzo comma. (l’Esercito della Salvezza, la comunità buddhista della Soka Gakkai, la Federazione delle chiese pentecostali, l’Opera delle chiese dei fratelli, la Chiesa del Nazareno, la Chiesa apostolica, la Chiesa apostolica italiana, la Chiesa evangelica internazionale e la Chiesa evangelica cristiana)

3) Le denominazioni riconosciute ma che non hanno un’Intesa.

4) Le denominazioni che non hanno alcun riconoscimento. (la Comunità evangelica di confessione elvetica e la Prima Chiesa di Cristo Scientista di Aosta hanno chiesto l’approvazione degli statuti al  Consiglio dei Ministri). In quest’ultimo livello troviamo le chiese evangeliche “libere” e le grandi religioni straniere (islamismo, buddismo, induismo, ecc.).

Per le Chiese Evangeliche “Libere” se ne stanno occupando la CCERS (Commissione delle Chiese evangeliche per i rapporti con lo Stato), l’AEI (Alleanza Evangelica Italiana) e altre federazioni, che ultimamente si sono incontrate con il prefetto Tiziana Costantino, direttore centrale degli affari dei culti del Dipartimento per le Libertà Civili e l’Immigrazione del Ministero dell’Interno.

         Ci si auspica che lo Stato Italiano faccia una “legge quadro” che disciplini l’intera materia, senza concedere privilegi e senza imporre restrizioni.

La marcia di quest’anno ha proseguito la lotta che da anni l’AEI sta svolgendo per la libertà religiosa, dopo i raduni di piazza a Roma nel 1999 e nel 2007 e della manifestazione AEI-FCEI-FCP del 2009.

 

COSA CHIEDIAMO

1.                Che sia abrogata la legge sui “culti ammessi” che discrimina moltissime minoranze religiose. In uno stato democratico non ci sono “culti ammessi”, ma a tutti viene riconosciuta la piena libertà religiosa. La legge sui culti ammessi (L.1159 del 24/6/1929), ridotta ormai ad una groviera, per le parti abrogate o dichiarate incostituzionali, è efficace non erga omnes (come dev’essere una legge), ma solo verso chi non ha un’Intesa ex art. 8 Cost.

2.                Che sia approvata una “legge quadro” sulla libertà religiosa che estenda a tutte le confessioni religiose interessate i punti salienti delle intese che sono già legge dello Stato.

3.                Che diventino Legge in tempi ragionevoli, le altre Intese con le confessioni religiose che le hanno già concordate, dando piena attuazione all’art. 8 della Costituzione.

4.                Che il Governo italiano si faccia interprete della denuncia delle gravi violazioni della libertà religiosa che si verificano in molti Paesi del mondo a danno delle minoranze cristiane, tra cui quella evangelica, e si attivi per trovare forme concrete di soluzione a livello bilaterale ed internazionale (leggi anticonversione nei paesi islamici , in India, in Cina, ecc.)

5.                Che, oltre alla legge sulla libertà religiosa, in Italia si realizzi un effettivo quadro di pluralismo nell’informazione e nell’accesso ai mezzi di comunicazione di massa. Le religioni cristiane non sono due, ma tre (Chiesa Cattolica, Ortodossa ed Evangelica) e ad esse si aggiungono le altre due religioni monoteiste non cristiane (religione Ebraica e Islamica)

“La libertà religiosa è la madre di tutte le libertà in quanto investe la libertà di coscienza, di pensiero e di professione pubblica della fede di ciascuno.

Toccando la libertà religiosa, si tocca tutto il sistema a salvaguardia della libertà di tutti. La libertà religiosa non interessa solo le minoranze, ma è un principio di civiltà che deve interessare tutti, indipendentemente dai credi e dall’appartenenza di ciascuno.

La libertà religiosa rappresenta lo sfondo dove ricercare una efficace politica sociale attenta alle differenze (anche religiose), dove incoraggiare scelte segnate da una tolleranza genuina che non camuffa le diversità e da un’azione che sostiene l’integrazione, il dialogo plurale per il bene comune, la tutela dei diritti umani e la partecipazione democratica.

La libertà religiosa è innanzitutto libertà di coscienza e di culto, ma poi deve essere intesa anche come libertà concreta di esercizio e di diffusione del proprio credo. Non è infatti sostenibile - nella prospettiva di un riconoscimento completo dei diritti umani - enunciare principi che poi non trovino riscontro tangibile nelle procedure amministrative, nei regolamenti urbanistici o nella gestione dell’ordine e dello spazio pubblico. Ciò riguarda soprattutto il Servizio pubblico della RAI il cui compito istituzionale è di rappresentare anche la pluralità religiosa e culturale del nostro Paese, ma che sovente vede la presenza evangelica del tutto ignorata. L’esposto del 23/1/2007 all’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha evidenziato una situazione di grave sottorappresentazione del pluralismo religioso, senza suscitare alcuna risposta adeguata. Pur rispettando la presenza del cattolicesimo romano, l’Italia non è solo cattolica e questo la RAI non può più ignorarlo .” (da  ufficio.stampa@alleanzaevangelica.org)

 

LA LIBERTÀ RELIGIOSA NEL CONTESTO CATTOLICO

La situazione della libertà religiosa in Italia a tutt’oggi risulta abbastanza strana: apparentemente sembrerebbe che tutto sia corretto e consentito, nei limiti delle mille leggi e leggine, ma in realtà si vive in pieno regime di monopolio della Chiesa Cattolica.

Pur non essendo più “religione di stato”, come da Allegato E all’Intesa Cattolica del 1985, in pratica continua imperterrita ad avere tutti i privilegi e tutti i requisiti che aveva prima del 1985, con tanto di “crocifisso di stato” nei locali pubblici italiani.

Si ricorda che il crocifisso non è il simbolo della cristianità, ma solo della Chiesa Cattolica, che timbra il suo potere in ogni aspetto della vita pubblica italiana.

L’Italia non è uno stato laico, e non lo è mai stato, ma uno stato confessionale, dove la Chiesa Cattolica ha una posizione di assoluta dominanza sulla scuola, sulle coscienze e sul potere politico ed economico in generale.

         Tale chiesa ha addentellati dovunque ed è ammanicata a doppia mandata con partiti politici, mafia, banche, società economiche, assicurazioni, e più in generale con il potere politico, economico e militare, non solo dell’Italia, ma del mondo intero.

          In Italia nulla si muove, si dice o si fa, se non viene autorizzato o almeno controllato dalla Chiesa Cattolica.

         Lei è sempre stata abituata a giocare ad “Asso pigliatutto”, ed anche in questo contesto di apparente tolleranza ecumenica, non ha nessuna intenzione di riconoscere le altre confessioni religiose.

         Non è detto che anche con le Intese con le altre confessioni religione, la Chiesa Cattolica non punti a continuare a giocare ad “asso pigliatutto”! E’ infatti possibile cioè che essa tenda “per natura” a continuare a rimescolare le carte per riguadagnare posizioni perdute, gestendo il monopolio “di fatto” che ha in Italia, in modo tale da continuare ad impedire qualsiasi espansione legale delle altre Chiese, soprattutto evangeliche. Le Intese in fondo possono sempre essere usate come mezzo di ricatto per tenere buone le Confessioni religiose…

Per lei le altre chiese non devono esistere, almeno sotto l’aspetto pubblico: non esistono gli evangelici, non esistono i musulmani, non esistono gli induisti e i buddisti, insomma non esiste nessun concorrente ufficiale.  Se esiste, esiste per fatti suoi e non per riconoscimento cattolico, che non avverrà mai!

Se in passato ha fatto qualche passo “ecumenico”, è perché lo ha dovuto subire in un regime di rapporto di forze: la sua posizione di dominanza assoluta in Italia era diventata posizione di minoranza in Europa, dove agnosticismo, luteranesimo, evangelismo anglo-danese-olandese-svedese-norvegese erano la maggioranza, sia religiosa che politica.

         Inoltre il riconoscimento della Chiesa Valdese con l’Intesa del 1984 chiudeva un contenzioso secolare fatto di stermini, persecuzioni e divieti che la Chiesa Cattolica, ha perseguito in otto secoli di storia.

L’intesa con la Chiesa Luterana è stata la contropartita di un 8 per mille preso dalla Chiesa Cattolica in Germania, i cui introiti ammontano annualmente a miliardi di euro!

 

LA LIBERTÀ RELIGIOSA NEL CONTESTO EVANGELICO

         In Italia ci sono molte denominazioni evangeliche per un totale di 490 mila credenti adulti. Sarebbe la seconda religione dello stato se non ci fossero gli immigrati di religione islamica…

La difficoltà reale che esiste è la scarsa collaborazione fra denominazione e denominazione, quasi come una sorta di non-riconoscimento reciproco, per svolgendo la stessa funzione della salvezza delle anime.

In molti casi si è anche dovuto assistere ad un vero e proprio ostracismo delle attività dell’una da parte delle altre, per spirito di invidia e di gelosia.

La mancata partecipazione alla marcia 2010 potrebbe anche far pensare ad un vero e proprio boicottaggio evangelico, ai limiti del settarismo.

Lo spirito settario non è quello del vocabolario di lingua italiana (setta = chiesa di minoranza) ma è quello biblico di faziosità, cioè dell’incapacità a vedere, negli appartenenti ad altre denominazioni, dei fratelli “nati di nuovo”.

“ Vero è che alcuni predicano Cristo anche per invidia e per rivalità; ma ce ne sono anche altri che lo predicano di buon animo. Questi lo fanno per amore, … ma quelli annunziano Cristo con spirito di rivalità, non sinceramente, pensando di provocarmi qualche afflizione nelle mie catene. Che importa? Comunque sia, con ipocrisia o con sincerità, Cristo è annunziato; di questo mi rallegro, e mi rallegrerò ancora; (Filippesi 1:15-18)
         Finora in Italia, nonostante i vari tentativi provenienti da diverse parti, non è mai stato fatto un raduno pan-evangelico, che abbia visto insieme riunite tutte le denominazioni evangeliche italiane.

Sembra strano, ma casi del genere avvengono all’estero, in Africa, in America, ma in Italia mai.

Le parole “fratellanza, fraternità, fratello, sorella” si applicano solo al membri della propria chiesa, cioè “alle pecore del proprio ovile”, non considerando che l’ovile di Cristo non è una denominazione, ma l’intero Corpo, l’intera Chiesa.

 

 

UNA PROPOSTA PER FAVORIRE IL CRISTIANESIMO NEL MONDO

La proposta di www.protestantesimo.it è rivolta principalmente alla CHIESA CATTOLICA e al potere politico italiano cattolico e in secondo luogo agli evangelici stessi.

Il punto di forza di tale proposta sta nel fatto che il cristianesimo è comunque vincente rispetto a tutte le altre religioni del pianeta.

         Pensare diversamente da questo, significa negare che il cristianesimo sia l’unica religione che ha visto Dio scendere in Terra e che ha visto questo Dio risalire in Cielo come UNICO Trionfatore e Salvatore Autorizzato. Nessuna religione ha queste caratteristiche.

         Il problema nel mondo è che proprio le religioni false non-cristiane hanno l’arroganza di impedire a tutti i costi l’avanzata del cristianesimo: che fare allora?

LA LIBERTA’ RELIGIOSA IN ITALIA deve essere improntata ad un PRINCIPIO NUOVO, quello che sancisce che UNA RELIGIONE NON DEVE PREVALERE SULLE ALTRE, diversamente cioè da com’è stato in passato con il cattolicesimo e com’è attualmente con l’islamismo.

Se questo avviene, non c’è più libertà.

Per avere la libertà religiosa ci dev’essere il confronto, il dialogo, il rispetto e la reciprocità di riconoscimento.

Nessuna religione dev’essere ammessa se questa non sia disposta a riconoscere anche le altre come religioni degne della stessa libertà che pretende di avere.

Le religioni devono stare tutte sullo stesso piano di parità e di uguale dignità.

Neppure Gesù Cristo escluse le altre religioni, ma si propose come il frutto di una ricerca: “cercatemi e troverete” (Matteo 7:7). Lui non si impose e né escluse, ma chiese di fare un confronto (Chi credete che io sia? Luca 9:18) e un tentativo di autenticità (chiedete ed io ve lo farò. Giovanni 14:13)

Gesù Cristo non ha mai imposto la fede, perché ha sempre anteposto l’amore e la conoscenza. Solo le religioni totalitarie si impongono come vere e uniche e questo è il loro tallone di Achille, il loro punto debole, che le escluderebbe “di fatto” dal ogni discorso “paritario di libertà”.

Prima allora di fare un discorso di libertà, occorre fare un discorso di anti-totalitarismo, di anti-integralismo, di anti-religione nazionale o di religione di stato.

Non si può più ammettere che ci sia la verità solo da una parte, perché la verità religiosa è sempre un credo soggettivo dei suoi adepti.

Ogni religione crede di essere quella vera, ma nessuna può dire di essere l’unica, salvo incorrere nel peccato di integralismo, così come risulta in Arabia Saudita, in Iran, e in ogni paese islamico e come risultava in Italia prima del 1985. Dovunque ci sono gli islamici, c’è la tendenza a imporsi sulle altre religioni, e questo è male!

Ecco allora che il mondo occidentale cristiano deve dire BASTA CON LE RELIGIONI NAZIONALI O DI STATO!

La religione deve essere una scelta, non un’imposizione per nazionalità o per nascita, e dev’essere facile entrarci e facile uscirci. Dove c’è una religione di stato, lì c’è sopraffazione, ingiustizia e violenza: guadiamo in Cina dove la “religione ateista” combatte contro ogni altra religione non atea.

Dire BASTA CON LE RELIGIONI INTEGRALISTE, significa necessariamente affermare il nuovo principio che preveda che non si può pretendere la libertà, escludendo gli altri!

Questo diverrebbe un insormontabile impedimento all’Islam di essere riconosciuto ufficialmente in Italia e nel resto del mondo.

Ogni religione, prima di ogni altra cosa, dovrebbe fare un giuramento, un impegno solenne di favorire il pluralismo, nelle nazioni dove è maggioranza…

Occorre fare un doveroso DISTINGUO fra chiese comunque CRISTIANE e chiese non cristiane, specie islamiche.

         Nel primo caso la legge sui “Culti ammessi” del 1929 ha fatto il suo tempo e, nonostante sia ancora in vigore, essa è stata praticamente esautorata dalle Intese ex art. 8 della Costituzione Italiana. Una nuova legge “quadro” sulla libertà religiosa non può prescindere da questa realtà.

         Ora è importante che venga riconosciuta dalla Legge la caratteristica del movimento evangelico “libero”, che è la caratteristica stessa offerta dalla Bibbia nel Libro degli Atti degli Apostoli: infatti è da duemila anni che i credenti cristiani evangelici si riuniscono intorno alla Parola di Dio, per commentarla e per adorare Gesù liberamente e spontaneamente, nelle case, nei luoghi più ameni, senza autorizzazioni di sorta.

Gli evangelici hanno il sacro dovere di ubbidire prima a Dio e poi agli uomini, e questo fatto ha caratterizzato la presenza evangelica, come una presenza che ha sempre favorito il dialogo, la libertà, la democrazia diretta, la solidarietà e il benessere per tutti, come in un regno della felicità.

Nelle nazioni non evangeliche, c’è il contrario, la tirannia, la sopraffazione, la paura, loa mancanza delle libertà anche le più elementari e basilari, e la povertà dei popoli. In tali nazioni non democratiche esistono ancora oggi “chiese evangeliche clandestine”. Si spera che questo non debba avvenire anche in Italia, con una “cattiva legge sulla libertà religiosa.

 

Nel mondo musulmano la libertà non è concessa mai a nessuno, con paesi addirittura dove l’esagerazione e l’estremo fanatismo religioso è la regola! Se una legge sulla libertà religiosa dovesse concedere ai musulmani una libertà pubblica, oltre a quella privata, sarebbe la fine!

Dare la libertà religiosa ai musulmani significherebbe permettere l’introduzione della “legge islamica” in Italia, con tanto di riti islamici, feste islamiche, burka, scuole islamiche e soprattutto di tribunali islamici sostitutivi della giustizia occidentale, così come sta avvenendo in Gran Bretagna.

Questa dovrebbe essere l’ultima e definitiva crociata.

 

EVANGELICI E CATTOLICI INSIEME: LE RADICI CRISTIANE DELL’EUROPA

Pur non stando insieme e pur non potendosi fondere in un’unica religione, per insanabili e ovvi motivi di distinzione (il papa vicario di Cristo al posto del Cristo Vivente, l’idolatria e l’ostia adorata al posto dell’adorazione del Creatore Gesù Cristo, ecc) tutte e due queste religioni hanno caratterizzato l’Europa, facendola diventare la culla del cristianesimo, in opposizione ad ogni altra forma di religione paganeggiante. Dall’Europa sono usciti tutti i missionari che hanno trasformato il mondo in ciò che è oggi, nel bene e nel male. Questo dovrebbe essere il senso della stessa proposta papale dell’inserimento nella Costituzione Europea delle cosiddette “radici cristiane”.

Se l’islamismo non è entrato in Europa, se la democrazia si è diffusa nel mondo, se il benessere ha trasformato i popoli, se le rivoluzioni hanno dato nuove speranze e nuove realtà, se l’America è diventata la realtà di un “nuovo mondo” che l’Europa ha partorito, ebbene questo è ciò che sinteticamente potremmo denominare come “radici cristiane”!

Queste “radici” per gli evangelici sono addirittura la base della loro stessa sopravvivenza, secondo il principio che dovunque due o tre si riuniscano “nel nome di Gesù”, ciò costituisce un criterio valido per ogni tipo di libertà, di culto, di opinione, di pensiero, secondo ciò che gli evangelici Garibaldi e Mazzini proponevano già 150 anni fa.

Il Nome di Gesù” deve allora essere la RADICE COMUNE che regge l’albero cui sono attaccate tutte le diramazioni religiose denominazionali. Se l’Italia è “cristiana”, vuole essere ancora “cristiana”, la vogliamo mantenere “cristiana”, allora va dato il giusto riconoscimento a questo storico “cristianesimo” di fondo, che va difeso con le unghie e con i denti, perché esso è l’albero di Cristo che si distingue necessariamente dagli altri alberi!

Le altre confessioni religiose non accetteranno mai di riunirsi nel Nome di Gesù Cristo, perché non riconosceranno mai di appartenere all’albero di Cristo.

Il riconoscimento delle “radici cristiane”, non dovrà significare “radici cattoliche”, ma radici di un’Europa che ha visto Riforma e Controriforma, movimenti di risveglio evangelico e desiderio di libertà e di giustizia sociale e democratica: ecco il senso che la storia ha attribuito a tutte le confessioni religiose cristiane evangeliche che attualmente chiedono una libertà di culto. 

Non è possibile e non è neanche giusto, che la legge non riconosca la barriera che da sempre ha visto contrapposte le religioni “cristiane a quelle “non cristiane”: la barriera esiste e va riconosciuta, perché non è stata messa dal “cristianesimo”, ma proprio dalle religioni “non cristiane”.

Se prima in Italia si è parlato di confessioni “diverse dal cattolicesimo”, è bene che ora nella stessa Italia e nell’Europa Unita si parli di confessioni “diverse dal cristianesimo”.

E’ l’ultimo treno che il Cattolicesimo italiano può prendere, prima che il qualunquismo religioso diffuso e l’ateismo serpeggiante riconoscano un diritto alle religioni non cristiane, che è lo stesso diritto che loro si prendono per annichilire il cristianesimo nelle loro terre di origine.

Se questo principio delle “confessioni diverse dal cristianesimo”, dovesse passare in Italia, potrebbe essere più facile farlo passare anche all’Europa.

Se invece il mondo cattolico ecclesiastico e politico non dovesse riconoscere tale distinguo, chiudendosi in una presunta supremazia di sorta, e non facesse FRONTE COMUNE con le chiese evangeliche, notoriamente “ecumeniche”, contro le religioni non-cristiane, notoriamente “anti-ecumeniche,”non avrebbe mai la forza adatta a contrastare l’avanzata delle religioni “non-cristiane” in Italia e in Europa e… perché no, nel mondo!

Una legge sulla libertà religiosa in Italia così concepita, darebbe concretezza al vero “ecumenismo cristiano” e costituirebbe un precedente legislativo da tener presente in tutte le realtà nazionali di cui l’Europa Unita è costituita.

 

CONTENUTI DELLA PROPOSTA DI LEGGE

Ogni proposta di legge sulla libertà religiosa in Italia passa attraverso questa necessità URGENTE: non bisogna dare soldi dell’8 per mille ai musulmani, che in Italia sono già oltre il milione!

Questa considerazione scaturisce dal fatto che ulteriori soldi al mondo musulmano darebbero potere ad organizzazioni criminali che scatenerebbero un possibile terrorismo proprio contro noi stessi! Allevare un serpente in seno è sempre stato il classico pericolo da evitare…

Consideriamo inoltre che nel mondo protestante-evangelico, nel mondo cattolico, e nel mondo ortodosso ed ebraico, la libertà è attualmente concessa a tutti in un regime di “libera concorrenza”.

Nel mondo mussulmano la libertà non è concessa mai a nessuno, con paesi addirittura dove la persecuzione, la proibizione, l’esagerazione e l’estremo fanatismo religioso sono la regola! Se una legge sulla libertà religiosa dovesse concedere ai musulmani una libertà pubblica, oltre a quella privata, sarebbe la fine!

         Per impedire questo, una legge sulla libertà religiosa allora dovrebbe ispirarsi ai seguenti princìpi:

 

1) Nessuna confessione religiosa può essere riconosciuta se, nel suo STATUTO non ci sia la dichiarazione di parità con le altre confessioni religiose.

Questa infatti è la principale obiezione che può essere fatta al mondo musulmano-islamico, dove nessuna nazione a maggioranza musulmana permette la piena parità alle altre confessioni religiose.

 

2) Nessuna confessione religiosa può essere riconosciuta “pubblicamente” se, nel suo STATUTO non ci sia la “reciprocità” di trattamento, con le altre confessioni religiose, in Italia e nel mondo.

La reciprocità” dev’essere accertata e dimostrata nei paesi dove una confessione, di qualunque tipo (islamica, buddista, induista, ecc) sia maggioranza. Se si fanno leggi anti-conversione (in India, Pakistan e in altri), si limita la circolazione di credenti e materiale religioso, si pretende di imporre la loro legge anche ai non-islamici, si infibulano le donne, si impediscono la costruzione di chiese, vengono contrastati gli aiuti alle fasce misere delle popolazioni (in India) e si cerca in tutti i modi di limitare la presenza dei cristiani cattolici, evangelici ed ortodossi ghettizzandoli o eliminandoli fisicamente, non può esserci in Italia nessun riconoscimento “pubblico” di tale religione: sarebbe come approvare il loro comportamento antilibertario nel resto del mondo.

Nella città di La Mecca è addirittura vietato l’ingresso ai non-islamici: all’ingresso della città c’è il cartello “only muslim”. Sarebbe come se prima di entrare a Roma ci fosse scritto “solo cattolici”. Se non ci sono nessuna reciprocità, nessun rispetto, nessuna libertà, nessuna tolleranza, in pratica non ci può essere nessuna “piena libertà”neppure in Italia, senza per nulla essere “razzisti”. Il razzismo sta altrove!

 

3) Nessuna confessione religiosa può essere riconosciuta “pubblicamente” se, nel suo STATUTO non ci sia l’accettazione della caratteristica di “non-settarismo”, sancita dalla Costituzione Italiana, costituita dalla libertà di essere accettata, ma anche dall’essere rifiutata, non solo in Italia ma nel mondo.

Se è facile entrare e convertirsi, devessere altrettanto facile uscire da una confessione religiosa, in omaggio al rispetto delle coscienze. Nel mondo islamico è difficile uscire, e addirittura, se ciò accade, bisogna subire le rappresaglie “pubbliche”, spesso anche “legalizzate”. Non si può assolutamente negare il grave ostracismo verso i cristiani, nei paesi musulmani ed indiani.

 

CONSEGUENZE

Occorre allora fare IN ITALIA una legge sulla libertà religiosa che sia innanzitutto anti-islamica, perché mancano tutti i presupposti della”parità” di trattamento, che l’ISLAM stesso non riconosce e che addirittura non conosce.

Il buonismo religioso del mondo occidentale è stato finora propugnato solo dagli atei o dagli scettici. La realtà invece è diversa, e dev’essere diversa, quando si parla di religione.

Domandiamoci seriamente: perché dare la libertà religiosa a chi non la dà a noi, sia cattolici, sia evangelici-protestanti, sia ortodossi e sia ebrei?

Una legge-quadro sulla libertà religiosa dovrebbe prevedere questo caso.

In tutti i paesi musulmani, senza alcuna eccezione, la negazione della libertà altrui sta addirittura nei fondamenti stessi del Corano e nei principi stessi dell’islamismo come “unica religione di stato”. Noi evangelici non rimproveravamo proprio questo alla Chiesa Apostolica Cattolica Romana?

Adesso che le cose in Italia sono cambiate, perché è cambiato l’atteggiamento della Chiesa Cattolica che si ritrova in minoranza nel mondo protestante-evangelico, possiamo ben auspicare che cambi qualcosa anche nel mondo islamico, dove avere la libertà religiosa nel mondo cristiano cattolico-evangelico voglia anche dire di dover rivedere qualcosa circa la parità dell’islamismo con le altre confessioni religiose, proprio nei paesi islamici.

Troppe guerre religiose ci sono state e troppe ce ne sono in corso, provocando milioni di morti proprio su popoli innocenti che vedrebbero di buon occhio il confronto, piuttosto che lo scontro.

Una legge sulla libertà religiosa dovrebbe prevedere anche questo, guardando alla reale “libertà” che ogni confessione religiosa offre nei suoi STATUTI, sia in Italia che all’estero.

O una confessione prevede il diritto di conversione e contemporaneamente il diritto di sconvertirsi, oppure siamo al più becero settarismo, che va combattuto e non sostenuto ed incoraggiato o addirittura riconosciuto.

Allora sarebbe come se dessimo l’8 per mille anche alla mafia, oppure riconoscessimo che potesse svolgere liberamente i suoi traffici! Saremmo alla frutta!

Dare la libertà religiosa ai musulmani significherebbe islamizzare l’Italia senza prendere alcuna contromisura, proprio adesso che possiamo farlo: dopo sarebbe troppo tardi! Con gli islamici in casa nostra, addio ad ogni nostra forma di religiosità, perché li offenderebbe, perché loro non potrebbero sopportare di vederci fare cose che il Corano vieta, o di fare feste o cerimonie religiose. Dovremmo pensare a concentrare i fedeli cristiani in determinati porti e praticare il cristianesimo a macchia di leopardo, per ritornare ad essere religioni legate al territorio, proprio ciò che vogliamo combattere…

 

UNA STRANA SITUAZIONE: LA LEGGE SUI CULTI AMMESSI E’ STATA ABROGATA MA NESSUNO LO SA!

Una legge può sopravvive per alcuni e non per altri cittadini?

La verità che nessuno vuole accettare è che la legge sui culti ammessi è stata abrogata di fatto, già nel 1984 con la prima Intesa, quella Valdese.

L’abrogazione di una legge può non essere un atto formale, ma sostanziale, quando la materia che la vecchia legge disciplina, non ha più gli stessi effetti verso tutti i cittadini.

         Ecco perché si sta pensando ad una legge “cornice”, perché il quadro non c’è più!

         Per essere più chiari, la legge sui culti ammessi “colpirebbe” solo il 10 per cento del modo evangelico e per intero i seguaci dell’Islam e delle altre confessioni non cristiane.

         Gli israeliti avevano già un’Intesa ancor prima del 1984.

 

Dr. Donato TROVARELLI

Gestore di www.protestantesimo.it

 

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