LE DUE FEDI: DI DIO E DELL’UOMO

dr. Donato Trovarelli

1.LA FEDE DI DIO

         Come ci sono due Signori (Dio-Padre e Dio-Figlio “Il Signore ha detto al mio Signore”), due Padri (Dio-Padre e Dio-Padre Nostro), due battesimi (di acqua e di spirito), così ci sono due fedi: quella umana e quella di Dio. Dio ci chiede di esercitare la nostra fede in Lui, ma poi Dio mette la Sua fede in azione.

Molti credenti, troppi credenti dicono di avere fede e naufragano di fronte alle avversità, non credono alla guarigione dalle malattie e non sanno come comportarsi per risolvere tutti i problemi della vita propria e degli altri e in primis dei propri cari.

         Eppure dicono di avere fede, e la loro presunzione arriva anche a guardare dall’alto in basso gli altri che non hanno la loro fede! In realtà loro non sanno che credere in Dio non significa che loro abbiano alcunché da Dio Stesso, perché loro hanno solo la loro fiducia in Dio e nulla più, scambiandola per fede.

         I più “tosti” nella fiducia-fede, mettono alla prova la loro fiducia-fede e si esercitano a credere a questo e a quello, come se l’avessero e rimangono puntualmente delusi perché la loro fiducia non basta. Se la nostra fede fosse sufficiente, non avremmo bisogno di altro!

         La verità è che la credenza-fiducia in qualcosa, non comporta assolutamente la risposta di Dio, che è ben altro. La fede umana è solo “fiducia-credenza”, con la tragica conseguenza che Giacomo, nella sua epistola chiarisce:  “Tu credi che v'è un sol Dio, e fai bene; anche i demoni lo credono e tremano.” (Giacomo 2:19)

         Vuoi la guarigione? Vuoi la conversione? Vuoi un miracolo? Ci vuole Dio, perché l’uomo è impotente di fronte a tali cose! La forza divina non è dentro di noi, ma saldamente nelle mani di Dio. Se avessimo qualche possibilità di usare una piccola particella del potere divino, ci distruggeremmo a vicenda! Ecco perché Dio non mette nelle mani dell’uomo alcun potere, ma lo esercita direttamente su richiesta di quest’ultimo. Infatti Gesù aveva avvertito: “senza di me non potete far nulla” (Giovanni 15:5)

         Non esiste nessuna forza di auto-guarigione, presente in ipotetici macrocosmi o microcosmi, o in fantastici mondi interiori, ma solo incapacità dell’uomo a produrre prodigi, miracoli o guarigioni. Nessun comportamento positivo o negativo è il rimedio alle malattie o ai disastri fisici, che rientrano invece nell’ordine naturale delle cose.

Similmente litanie, liturgie, atmosfere magico-mistiche, filosofie e teosofie, fantastiche poesie d’amore spirituale, mistiche frasi scopiazzate dall’Evangelo, anche facenti capo impunemente a Gesù Cristo mai adorato direttamente, né conosciuto in “Spirito e Verità”, non sono mai servite a nulla se non ad illudere l’uomo, impedendogli di prendere coscienza che solo Dio, col Suo intervento, può risolvere ogni situazione, intervenendo con la sua capacità creativa d’amore.

         Nuove religioni sorgono ogni giorno per illudere l’uomo con false promesse e false dottrine e purtroppo riescono a carpire la buona fede dei semplici, concentrati a trovare la soluzione dei problemi nel posto sbagliato, amanti della guarigione, piuttosto che del Guaritore.

         Non si tratta di scalare le montagne della fede, ma di far scendere la grazia di Gesù Cristo!

Meno male che la Parola di Dio avverte che, senza l’Amore di Dio, la fede è zero! “Se avessi il dono di profezia e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza e avessi tutta la fede in modo da spostare i monti, ma non avessi amore, non SONO nulla”. (I Corinzi 13:2)

         Avere fiducia in Gesù Cristo, non autorizza a fare niente, se non a PregarLo affinché parli e dica qualcosa in merito alle richieste umane.

         Paul Jonngi Cho racconta che in Korea del Sud alcune ragazze, dopo un raduno infiammato sulla fede, annegarono in un fiume in piena, perché ritennero di poter camminare sulle acque, basandosi sulle promesse di Gesù e sulla loro “grande fede” in Lui.

         Cosa mancava a quelle tre coreane? Semplice, la fede di Dio! Dio non le aveva autorizzate ad attraversare il fiume, così come era avvenuto al discepolo Pietro quando chiese di poter camminare e lo fece solo quando Gesù gli rispose: “Vieni!”

Non scambiamo la sicurezza che riceviamo credendo alla Parola di Dio per la fede di Dio: possiamo aver fiducia in Gesù, sul suo amore, sulla sua potenza, ma non possiamo contare su Gesù, se Gesù non ha parlato: questa è la realtà della fede di Dio.

In pratica l’uomo che ha la fede, intesa come credenza, dipende dalla religione e dagli altri, mentre se ha la fede di Dio, dipende solo da Gesù Cristo. Tutte le persone che nei secoli sono state veramente usate da Dio, avevano questa seconda impostazione.

 

 

LA FEDE DI DIO, COME DONO

         Nel cap. 11 dell’Evangelo di Marco si legge dell’episodio del fico seccato e ai versetti 22-24 si leggono le seguenti parole: “E Gesù, rispondendo, disse loro: “Abbiate fede in Dio! In verità io vi dico che chi dirà a questo monte: Togliti di là e gettati nel mare, se non dubita in cuor suo, ma crede che quel che dice avverrà, gli sarà fatto. Perciò vi dico: Tutte le cose che voi domanderete pregando, crediate che le avete ricevute, e voi le otterrete.” Questa è la traduzione della Nuova Riveduta, del Luzzi e di tante altre versioni…

         In realtà nell’originale greco si legge ben altro: “Abbiate la fede di Dio (èchete pìstin theoù)! In verità io vi dico che chi dirà a questo monte: Togliti di là e gettati nel mare, se non dubita in cuor suo, ma crede che quel che dice avverrà, gli sarà fatto. Perciò vi dico: Tutte le cose che voi domanderete pregando, credete affinché otteniate e le abbiate”.

         La faccenda è ben diversa!

         È terribile dover constatare che sembra quasi un complotto contro la FEDE DI DIO! Oggi si parla tanto di teorie del complotto, e sembra che i traduttori l’abbiano fatta apposta a proporre la loro visione della fede, piuttosto che tradurre onestamente alla lettera il testo originale greco!

         Non si vuol fare teoria della cospirazione, ma è opinione generale che bisogna aver fede e che bisogna accrescere, aumentare tale fede… Nulla di più falso e deleterio. La fede è di Dio e non può essere oggetto di sforzi umani: più solo essere chiesta! La fede è di Dio, mentre il credente deve solo mettere fiducia in tale fede! È talmente semplice che sembra quasi… impossibile ed impraticabile: l’uomo non rinuncia a fare la sua parte di fede, mente non mette in conto alcuna chiamata di Dio, alcuna parola autorevole di Dio, alcuna voce interiore sussurrata da Dio.

         Eppure sta scritto che la fede sia un dono: “Infatti è per grazia che siete stati salvati, mediante la fede; e ciò non viene da voi; è il dono (in greco dòron) di Dio.” (Efesini 2:8)

         Che vuol dire dòron? dôron - dôru significa dono votivo, offerta in sacrificio, imposta religiosa, tributo, tassa, regalìa, sacrificio.

Nel Nuovo Testamento il termine si riferisce alla morte di Gesù Cristo sulla croce, come offerta di Dio agli uomini (Ebrei cap. 10), come tributo di sangue che gli uomini devono prendere in pagamento per estinguere la loro condizione di peccatori. Cristo diventa, per l'uomo in cerca della salvezza eterna, "agnello immolato" (Apocalisse 5:12; 13:8; Giovanni 1:29,; 1:36; 1 Pietro 9:19).

L'uomo ha ricevuto da Dio stesso "l'offerta che Lui gradisce" per riconciliarci con Lui: la Sua Parola "fatta carne"

Ci sono quattro riferimenti importanti da leggere:

1) Efesini 2:8 "Infatti è per grazia che voi siete stati salvati, mediante la fede, e ciò NON viene da voi; è un DONO di Dio" (Il peccato è estinto mediante il tributo di un'offerta!)

2) Ebrei 8:3 "Infatti ogni sacerdote è costituito per offrire DONI e sacrifici; è perciò necessario che anche questo sommo sacerdote abbia qualcosa da offrire." (Gesù cristo, sommo sacerdote, offrì se stesso, il Suo corpo fisico, cioè Cristo-uomo, unica offerta gradita a Dio)

3) Ebrei 8:4 "Poiché vi sono quelli che offrono i DONI secondo la legge" (la legge imponeva offerte di animali, Gesù Cristo si offre come "agnello purissimo")

4) Matteo 2:11 "Entrati nella casa, videro il bambino con Maria, sua madre; e, prostratisi, lo adorarono; aperti i loro tesori, gli offrirono dei DONI; oro incenso e mirra."

         La fede umana non smuove alcuna montagna, non guarisce alcuna malattia, non salva nessun peccatore: solo Gesù fa tutto e Lui ci tiene a ribadire che se Gli chiediamo qualcosa, Lui la farà: “io la farò…” (Giovanni 14:13) 

         Gesù parla: Egli è la Parola Vivente. Se Lo preghiamo, Lui risponderà: sappiamolo attendere degnamente. L’apostolo Paolo ben lo sapeva e pregò Gesù una volta affinché gli togliesse una scheggia nella carne, ma non ricevendo risposta, pregò una seconda volta e non ottenendo ancora alcuna risposta, pregò di nuovo e l’avrebbe fatto ancora e ancora, perché sapeva che Gesù avrebbe prima o poi dovuto rispondere: è una Sua promessa!

         Allora Gesù gli rispose e lo fece stoppare dal chiedere ancora. La risposta fu chiarificatrice. (2 Corinzi 12:7 e ss)

Non abbiamo come Dio, un idolo muto, ma un Signore il cui nome è addirittura PAROLA… il Logos. Gesù parla! Chiediamogli di ascoltare la sua voce.

         “Voi sapete che quando eravate pagani eravate trascinati dietro agli idoli muti secondo come vi si conduceva” (I Corinzi 12:2), ma ora abbiamo finalmente e meravigliosamente un Dio che parla! Siamo disposti ad ascoltare la sua Voce? In verità, quando preghiamo, è solo un elenco di richieste, o di lamentele, o di bisogni. Trascorso tale tempo di esposizione, più o meno addolorata, ci alziamo e ce ne andiamo: e la risposta di Dio? Dio sta per rispondere, ma noi ce ne siamo andati…

         Abbiamo messo tutta la nostra enfasi sulla nostra preghiera: siamo stati bravi. Poi viviamo per fede su ciò che abbiamo chiesto, convinti di ricevere esaudimento! E così rimaniamo poveri, malati, moribondi, doloranti, feriti e miseri. Cantiamo che la vittoria è nostra, ma siamo perdenti, cantiamo che siamo felici, ma Dio non ci ha parlato e nessuna felicità è scesa nel nostro cuore…

         Anche in greco c’è differenza fra avere fiducia ed avere fede: la prima cosa è umana, la seconda è divina. Avere fiducia è la “pepòizhesis”, avere fede è la “pìstis”: “pepòizhesis” viene dal verbo peizho, è lo stesso che troviamo in Ebrei 13:17 dove non è “ubbidite”, ma “abbiate fiducia”…. Anche qui le traduzioni sono tutte da correggere…

         Il dono della fede si ottiene con preghiera, a volte abbinata anche al digiuno: l’uomo è un canale per la potenza che si libera con il dono di Dio. La Parola Vivente è la risposta alle preghiere nell’epoca attuale. Un giorno tale fede verrà sostituita dalla presenza stessa di Dio. Il dono è la fiducia in Dio, in azione, come un’unzione che scende dal cielo, “affinché la vostra fede fosse fondata non sulla sapienza degli uomini, ma sulla potenza di Dio”. (I Corinzi 2:5)

         L’uomo crede, Dio dona la potenza: “Ma a ciascuno di noi la grazia è stata data secondo la misura del dono di Cristo.” (Efesini 4:7)

Dio risponde alle preghiere, Gesù può intervenire in risposta all’amore, perché la Bibbia è piena di esempi e di citazioni in tal senso: prendiamo a campione due famosi passi, quello di Isaia 65:24: “E avverrà che, prima che mi invochino, io risponderò; parleranno ancora, che già li avrò esauditi.”e di Zaccaria 13:6: “E gli si dirà: "Che son quelle ferite che hai nelle mani?" Ed egli risponderà: "Sono le ferite che ho ricevuto nella casa dei miei amici".

In conclusione è solo la fede di Dio, che rappresenta la vera e grande novità del Nuovo Testamento, rispetto al Vecchio, perché oltre alla Parola scritta e a quella parlata dai profeti, c’è la parola Vivente, rappresentata magnificamente e stupendamente da Gesù Cristo stesso in persona, così come sta scritto: “Così la fede viene da ciò che si ascolta, e ciò che si ascolta viene dal rhema (ordine diretto) di Dio (Cristo)” (Romani 10:17)

In Efesini 6:16 di chi è la fede che dobbiamo prendere per difenderci da satana? Sicuramente di Dio, perché l’armatura non è umana ma divina: “prendendo oltre a tutto ciò lo scudo della fede (di Dio), col quale potrete spegnere tutti i dardi infocati del maligno.”

Il medico va dal malato, ma non ha la guarigione. Cerca la causa della malattia, e ordina una medicina, ma la diagnosi non è la guarigione. Il malato prende la medicina, e spera che essa faccia effetto per portare la guarigione. Con Gesù, tutto questo è semplificato: Gesù è medico, terapia, medicina e guarigione. Lui è tutto! Questa è la fede DI Dio. Gesù non ha: Gesù è! Di Lui ne basta un tocco, una briciola, un granello, un semetto, un granel di senape…

 

         LA FEDE DI DIO, NEGATA

         Vediamo i danni che si sono perpetrati a causa della TEORIA DEL COMPLOTTO, che consiste nel distogliere i credenti dalla FEDE DI GESÙ, donata in base all’amore di Lui.

1) In Romani 3:22 la fede è DI Gesù, anche se troviamo scritto: “…vale a dire la giustizia di Dio mediante la fede in Gesú Cristo (dià pìsteos Iesoù Cristoù, di Gesù Cristo), per tutti coloro che credono - infatti non c'è distinzione…”

2) In Efesini 3:12 la fede è DI LUI, anche se troviamo scritto: “nel quale abbiamo la libertà di accostarci a Dio, con piena fiducia, mediante la fede in lui.” (in greco: DI LUI dia tes pisteos autou)

3) In Ebrei 6:1 la fede è SOPRA DIO, anche se troviamo scritto: “Perciò, lasciando l'insegnamento elementare intorno a Cristo, tendiamo a quello superiore e non stiamo a porre di nuovo il fondamento del ravvedimento dalle opere morte e della fede in (sopra) Dio (kai pisteos epi theon)”.

4) In Filippesi 3:9 la fede è DI CRISTO, anche se troviamo scritto: “… di essere trovato in lui non con una giustizia mia, derivante dalla legge, ma con quella che si ha mediante la fede in Cristo (di Cristo, dià pìsteos Christoù): la giustizia che viene da Dio, basata sulla fede.”

5) In Galati 2:16 la fede è DI CRISTO, anche se troviamo scritto: “avendo pur nondimeno riconosciuto che l'uomo non è giustificato per le opere della legge ma lo è soltanto per mezzo della fede in (DI) Cristo Gesù, abbiamo anche noi creduto in Cristo Gesù al fine di essere giustificati per la fede in (DI) Cristo e non per le opere della legge, poiché per le opere della legge nessuna carne sarà giustificata.”

6) In Galati 2:20 la fede è DEL FIGLIO DI DIO, anche se troviamo scritto: “Sono stato crocifisso con Cristo: non sono piú io che vivo, ma Cristo vive in me! La vita che vivo ora nella carne, la vivo nella fede nel (DEL) Figlio di Dio il quale mi ha amato e ha dato sé stesso per me.”

7) In Galati 5:22 la fede è DELLO SPIRITO SANTO, anche se troviamo scritto: “Il frutto dello Spirito, invece, è amore, allegrezza, pace, longanimità, benignità, bontà, fedeltà (pistis = fede), dolcezza, temperanza”.

8) In Apocalisse 14:12 la fede è DI GESÙ, anche se troviamo scritto: “Qui è la costanza dei santi che osservano i comandamenti di Dio e la fede in (DI) Gesú. (kai ten pistin iesou)”

         In tutti questi passi, si parla della fede “di Dio” e non della fede in Dio. Evidentemente tale distinzione non era stata avvertita come necessaria ed intesa come indifferente ai fini della ricerca della potenza dell’Evangelo. Da tener anche presente, quasi a discolpa dei traduttori del passato, che non c’erano movimenti religiosi che predicavano espressamente la ricerca del miracolo e dell’intervento dello Spirito Santo. Il movimento pentecostale agli inizi del XX secolo (anni 1901 e 1907) ha avuto il merito di scatenare la ricerca del battesimo “nello Spirito Santo” e non più “dello Spirito Santo” e a desiderare ardentemente i doni carismatici di cui si parla nel cap. 12 della Prima Epistola ai Corinzi.

         Per avere potenza, salvezza, guarigione e ogni sorta di miracolo, di segni e di prodigi, occorrono allora DUE fedi, che si incontrano, come la scintilla divina che si sprigiona quando Dio ed uomo si incontrano sulla stessa lunghezza d’onda…  in un unico ardente desiderio d’amore e di fiducia reciproca.

 

LA FEDE È UN FRUTTO DELLO SPIRITO SANTO

Lo Spirito Santo, nel Nome di Gesù Cristo, ci dona fede e amore, una miscela esplosiva che produce conversioni, salvezza, miracoli, segni , prodigi, guarigioni ed ogni sorta di opere potenti. Senza l’Amore di Dio però la fede non basta: “Se avessi il dono di profezia e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza e avessi tutta la fede in modo da spostare i monti, ma non avessi amore, non sono nulla”. (I Corinzi 13:2)

La fede di Dio arriva dove trova anche Amore di Dio. Se i credenti avessero la fede per smuovere le montagne, si distruggerebbero a vicenda! Meno male che la fede di  Dio si muove solo accoppiata all’Amore di Dio.

Dio mette il Suo Amore nel cuore del credente e poi mette anche la fede per agire e per smuovere le montagne.

         In Galati 5:6 infatti sta scritto che “la fede è operante per mezzo dell'amore.” (di’ agapès energumène): la fede sta ferma, l’Amore potenzia, ingigantisce e mette energia alla fede.

         Il concetto di energia qual è? La potenzialità di creare spostamento, è la capacità di compiere un lavoro, è la forza che un corpo ha, in base alla sua posizione, al suo movimento interno (elettroni) o esterno (forza di gravità)

         La fede di Dio è la forza, l’Amore è la forza in movimento…

         Chi fa tutto questo? Chi può fare tutto questo? Chi è abilitato a fare tutto questo? Gesù!

         Lo Spirito Santo, Vicario di Cristo sulla Terra, fa tutto questo, come se fosse, Gesù Cristo, e nel Nome di Gesù Cristo. Nulla si muove al di fuori di queste condizioni!

         In Galati 5:22 troviamo scritto che “Il frutto dello Spirito, invece, è amore, allegrezza, pace, longanimità, benignità, bontà, fedeltà (in greco pistis, cioè fede), dolcezza, temperanza”

         Il dono della fede è espressamente detto in I Corinzi 12:9 “a un altro, fede, mediante il medesimo Spirito”: ciò vuol dire semplicemente che si può credere in Cristo, ma solo Cristo può dare attuazione a ciò che si crede. La sicurezza viene dalla Scrittura, ma l’efficacia viene da Dio.

         Abbiamo fiducia in ciò che sta scritto, Gesù ci parla per autorizzarci a fare qualcosa, ma se non abbiamo l’Amore, il braccio di Dio rimane fermo!

         Similmente è importante credere che il maligno non ci tocchi, perché così sta scritto nella Prima Epistola di Giovanni al cp. 5 versetto 18 (“Noi sappiamo che chiunque è nato da Dio non pecca; ma colui che nacque da Dio lo preserva, e il maligno non lo tocca.”), ma contro gli spiriti, solo un Spirito Santo può efficacemente difenderci! La carne non può combattere uno spirito maligno!

         Stessa immagine quando ci rivestiamo dell’armatura DI DIO, quando troviamo scritto in Efesini  6:16 “prendete oltre a tutto ciò lo scudo della fede, con il quale potrete spegnere tutti i dardi infocati del maligno” e in I Tessalonicesi 5:8 “ma noi, che siamo del giorno, siamo sobri, avendo rivestito la corazza della fede e dell'amore, e preso per elmo la speranza della salvezza.”

La fede di Dio, viene prima chiesta ed ottenuta, poi diventa frutto al servizio del Signore.

Tanto per fare un esempio, guardiamo ad un albero che dà buoni frutti, ma non pensiamo minimamente che tali frutti sono stati fatti dai rami! Neppure il tronco ha fatto i frutti, perché esso serve per reggere tutto ciò che si vede al di sopra della superficie.

Neppure le radici hanno la forza di produrre frutti, e né sono la loro origine principale: l’origine di tutto sta nella linfa che le radici, il tronco e i rami trasportano, ma se non ci fosse il nutrimento, l’albero seccherebbe come seccò il fico, al quale Gesù negò il nutrimento, maledicendolo!

 

FEDE E AMORE DI DIO

Dio è Amore. (1 Giovanni 4:16)

Tutto ciò che Dio fa, è intriso del Suo Amore: l’universo è un segno di amore perfetto, l’uomo è un’opera creatrice perfetta. Lui conosce ogni cuore e ogni cosa. Sa chi siamo e cosa ci affligge, cosa nascondiamo e cosa proviamo. Lui e nessun altro ci conosce così bene. Mente, cuore e spirito sono davanti a Lui come libri aperti. Dio ci ama.

Dio conosce la nostra rabbia, le nostre frustrazioni, i nostri dolori e passioni, ed è per questo che Dio ci ama, perché ci ama così come siamo!

Infatti Dio vede quello che potremmo essere col Suo aiuto, con l’aiuto di Colui che è morto sulla croce, soffrendo come mai un uomo abbia mai sofferto, perché puro ed innocente. Lui poteva sottrarsi a tutto questo, ma non lo fece, per amore! Restò lì, sulla croce, per noi, per amore! Ha dato la vita, per darla a noi, gratis. Ha dato il suo corpo alla morte, per non far morire noi, per amore! Tutto è stato fatto per amore, se noi lo accettiamo!

Che l’Amore di Dio, riversato a caldi fiotti di sangue sulla croce, scenda nei cuori e li inondi di perdono, di pace, di gioia, di fratellanza.

Solo così, “la grazia del Signor Gesù Cristo e l'amore di Dio e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi”. (II Corinzi 13:13)

         Sì, quella grazia del Signor Gesù, regalata, come lascito testamentario, da Lui che muore veramente e che veramente ama!

         L’Amore di Dio non lasciamolo ad altri: appropriamone, perché è la cosa più preziosa che possa esserci nell’universo! Amare è un atto di coraggio.

Odiare è facile e naturale, ma ci vuole coraggio ad amare i nemici, a liberarsi del proprio odio, a liberarsi del peccato: di sicuro non ci riusciremo da soli, ma Dio può aiutarci in questo, se Glielo chiediamo.

         La migliore comunione che possiamo avere infine è quella con la famiglia divina! La nostra amicizia eterna con l’Autore della Vita e della Creazione: lo Spirito Santo, che soffia sui nostri cuori e che ci rigenera come il fuoco rigenera il metallo, forgiandolo in oggetti di pace.

         “Lo Spirito della verità, egli vi guiderà in tutta la verità, perché non parlerà di suo, ma dirà tutto quello che avrà udito, e vi annunzierà le cose a venire. Egli mi glorificherà perché prenderà del mio e ve l'annunzierà. Tutte le cose che ha il Padre, sono mie: per questo ho detto che prenderà del mio e ve l'annunzierà.”  (Giovanni 6:13-15)

L’Amore di Dio è sparso nel mondo, anche tramite noi, per cambiarlo e portarlo dalle tenebre alla luce.

         L’Amore è di Gesù e vedremo qualcosa di veramente speciale e duraturo, senza pentimento di Dio, come tutti i Suoi doni. Un famoso passo afferma: “Né potestà, né altezza, né profondità, né alcun'altra creatura potranno separarci dall'amore di Dio, che è in Cristo Gesù, nostro Signore” (Romani 8:39); “Chi ci separerà dall'amore di Cristo? Sarà forse la tribolazione, o la distretta, o la persecuzione, o la fame, o la nudità, o il pericolo, o la spada?” (Romani 8:35)

         Anche in Efesini 3:18 viene rafforzato il concetto dell’Amore di Dio, lì dove dice: “affinché, essendo radicati e fondati nell'amore, siate resi capaci di abbracciare con tutti i santi qual sia la larghezza, la lunghezza, l'altezza e la profondità dell'amore di Cristo”.

         Anche l’uomo ama, ma non è la stessa cosa quando Dio ama.

Si racconta che una bimba di 5 anni andò al mercato con la mamma e vide una collana di perle.

“Me la compri mamma, me la compri?” La madre rispose, “Dovrai fare lavoretti in casa, ti pagherò e quando avrai abbastanza dollari la comprerai.”

Ha lavorato e aspettato con ansia, e grande fu la sua gioia di avere quella collana di perle. La madre la avverti di non bagnarla altrimenti avrebbe cambiato colore. Erano perle false, dipinte!

La bambina aveva un padre amorevole e ogni sera abbandonava tutto per leggere una storiella mentre lei andava a letto a dormire.

Una notte dopo avere letto la storia chiese alla bambina, “Mi ami?” “Sì papà, tu lo sai che ti amo!” “Allora dammi la tua collana di perle, “

“No papa’ non le perle, prenditi il cavallo con la coda rosa che mi hai regalato tu, è il mio favorito.”

“Non ti preoccupare tesoro, papà ti ama, buonanotte.” E le diede un bacio.

Una settimana dopo il papà dopo aver letto la storia richiede alla bambina. “Mi ami?” “Sì papà, tu lo sai che ti amo!” “Allora dammi la tua collana di perle, “

“No papà. le perle no, ma ti puoi prendere la mia bambola che ho ricevuta come regalo per il mio compleanno, con tutti i vestiti.”

“Non importa, dormi bene, Dio ti benedica piccolina. Papà ti ama.” E la lasciò con un bacio.

Alcune notti dopo, quando suo padre entrò trovò la bambina seduta sul letto; suo padre notò che tremava e una lacrima scorreva sul suo viso.

“Cosa c’è? Perché piangi?”

La bambina non disse nulla, alzò la sua manina verso suo padre. Quando l’aprì c’era una collana di perle, e finalmente disse, “ Tieni papà, è per te.”

Con lacrime che si preparavano negli occhi, il padre prese la collana di perle false con una mano, mentre con l'altra tirò fuori dalla tasca una collana di perle vere per darle alla sua bambina.

L’aveva lì da tanto tempo, aspettava che lei gli desse le perle false che tanto amava prima di darle le perle vere.

Così è Gesù il nostro Padre Celeste, aspetta che ci liberiamo dalle cose cui siamo attaccati nella vita, per darci un tesoro ancora più prezioso, così com’è scritto:“Ma Dio, che è ricco in misericordia, per il grande amore del quale ci ha amati (Efesini 2:4)

L’amore di Gesù ci rende preziosi come l’opale, una pietra dura ma dal grande valore.

Due amici, visitarono una gioielleria, dopo aver visto dei diamanti e pietre preziose, l'uno dei due, mostrò all'altro una strana pietra senza luce: “Io non vedo alcuna bellezza in questa pietra!”

Il suo amico, la prese nella mano e la tenne al caldo qualche minuto, riscaldandola col suo calore. Quando la mostrò, con sorpresa, tutta la superficie risplendeva dei colori dell'arcobaleno. “Com'è possibile questo?”

“Questa è un "opale" essa, ha bisogno del calore della mano, per sprigionare tutta la sua bellezza”.

Ci sono nel mondo, tanti esseri perduti, imprigionati, che non attendano che il contatto di una mano, di un abbraccio, per poter brillare.

Che sicurezza sapere che due mani divine si sono stese e sono state inchiodate per noi, a dimostrarci il grande amore di Dio!

Le mani di Dio sono sopra tutti coloro che cercano il Suo nome. Nel Suo abbraccio e nel Suo calore la tua vita brillerà come le stelle del cielo sempiterno.

Lasciamoci abbracciare da Gesù, che col Suo calore ci farà brillare, e risplendere di una sacra luce interiore, “ed io ho fatto loro conoscere il tuo nome, e lo farò conoscere, affinché l'amore del quale tu m'hai amato sia in loro, ed io in loro.” (Giovanni 17:26)

         Non è di un abbraccio umano ciò di cui abbiamo bisogno, ma di un abbraccio divino!

         Perché rifiutare un abbraccio di Gesù?

Raccontava un predicatore: “Ho fatto un sogno. Era il giorno del giudizio, e ho udito come Gesù scacciava i perduti: 'Andate via da me, maledetti!' Come è scritto nella sua Parola. Poi li ho visti scivolare via, curvi, spaventati e disperati. Ho sentito che uno di loro chiedeva all'altro: 'L'hai vista anche tu?' 'Sì', rispondeva l'altro, 'l'ho vista anch'io: la mano che ci ha scacciati era forata. Sono stati i chiodi della croce, era forata anche per noi, ma non ne avevamo tenuto conto. Adesso siamo giustamente perduti." (Tratto da: Wilhelm Busch, Gesù nostro destino, Ebner 1994, pag. 221,222)

         Gesù vuole amarci; è volontà di Dio!

         In Gesù, noi abbiamo un Sommo Sacerdote che intercede per noi, simpatizza con noi, ci capisce, sa tutto di noi e di ciò di cui abbiamo bisogno. Lui ci ama di un amore così profondo e forte che è andato a morire sulla croce al posto nostro: Egli morì per tutti! (II Corinzi 5:14)

L’Evangelo spiegato dall’apostolo Paolo è chiaro ed estremamente semplice. Se affidiamo la nostra vita a Lui, Egli ci dà una nuova vita: mettiamolo alla prova!

I miliardi di persone che hanno sperimentato questo, possono condividere pienamente questo passo: “Perché anche noi eravamo una volta insensati, ribelli, traviati, servi di varie concupiscenze e voluttà, menanti la vita in malizia ed invidia, odiosi ed odiandoci gli uni gli altri. Ma quando la benignità di Dio, nostro Salvatore, e il suo amore verso gli uomini sono stati manifestati, Egli ci ha salvati non per opere giuste che noi avessimo fatte, ma secondo la sua misericordia, mediante il lavacro della rigenerazione e il rinnovamento dello Spirito Santo, che Egli ha copiosamente sparso su noi per mezzo di Gesù Cristo, nostro Salvatore, affinché, giustificati per la sua grazia, noi fossimo fatti eredi secondo la speranza della vita eterna.” (Tito 3:3-7)

         Questo non è un gioco, o una filosofia o una religione: è un’esperienza vitale, indispensabile, essenziale. Al di là di questo, c’è solo la morte!

         Non dobbiamo aver paura di andare contro tutto e contro tutti, pur di sperimentare l’Amore di Cristo, perché poi lo stesso Cristo ci ridarà tutto e tutti, moltiplicato cento: “E chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi a causa del mio nome, ne riceverà cento volte tanto, ed erediterà la vita eterna.” (Matteo 19:29)

         Che giova a noi se gli altri si salvano e noi periamo: per un attimo, mettiamo tutto da parte e curiamo la nostra vita spirituale cercando, una volta per tutte e seriamente , il nostro bene. Nulla farà più bene agli altri di trovare noi più disponibili e cambiati dall’Amore di Dio: “Come il Padre mi ha amato, così anch'io ho amato voi; dimorate nel mio amore.” (Giovanni 15:9)

         Non abbiamo molto tempo, dati i tempi che corriamo, con tutti i pericoli, catastrofi, e accidenti vari in tutti i campi e a tutti i livelli, e non ci sono persone affidabili, importanti o meno importanti a cui credere: c’è solo Cristo e il Suo Amore da accettare e da sperimentare. Prima lo facciamo, prima dormiremo sonni tranquilli, custoditi dallo Spirito Santo per vivere per l’eternità in Paradiso. Prima lo facciamo e prima saremo in grado di dare agli altri veramente qualcosa di buono e di estremamente positivo: “L'amore non fa male alcuno al prossimo; l'amore, quindi, è l'adempimento della legge.” (Romani 13:10)

Che nessuno pensi di trovare porte chiuse: “Dio è ricco in misericordia, per il grande amore con cui ci ha amati”. (Efesini 2:4)

Dio non è un’ipotesi o una speranza o una credenza: Dio è una certezza, Dio è la realtà, Dio è tutto, Dio è! Tutto il resto non è! Ecco perché a Mosè disse: il mio nome è “Io sono” (Esodo 3:14): tutti gli altri dei, tutte le altre cose, non sono!

Anche oggi come duemila anni fa, Gesù ci dice: “Dammi la tua vita sprecata, affaticata, sprezzata, ferita, affaticata e ammalata, ed Io ti darò in cambio la mia forza, la mia salute, la mia vita, il mio coraggio, la mia autorità, la mia potenza. Io sono morto affinché tu possa vivere, Io ho sofferto, affinché tu possa guarire e vivere bene, Io ho ubbidito a Mio Padre, affinché tu possa imparare ad ubbidire a Me, a seguire Me, a chiedere a Me, a dipendere da Me, e ad ascoltare la mia Voce, sempre e comunque! Io sono la Parola Vivente e non un idolo muto, Io sono l’Amore personificato: affidati a Me con fiducia ed Io ti darà la Mia fede, per farti sperimentare che anche con un granellino di tale fede, potrai smuovere le montagne!”

 

 

2.LA FEDE DELL’UOMO

 

Dio ha parlato e ha fatto scrivere ciò che ha detto: la Bibbia contiene ciò che Dio stesso vuole che noi sappiamo di Lui e di come Lui regola il rapporto con noi.

Sta scritto che la Sua Parola è verità. Sarà vero ciò che sta scritto? Non è forse Dio in grado di realizzare ciò che ha detto?

Dubitare della Sua Parola, dubitare di Lui stesso,  è considerarLo bugiardo! Non c’è peggiore offesa che dare del bugiardo a chi dice la verità!

L’offesa non solo offende l’offeso, ma mette l’offensore in cattiva luce agli occhi dell’offeso…

L’uomo allora è il solo responsabile, quando riceve la testimonianza di Dio.

Se crede, avrà ciò che gli è promesso da Dio, in base alla Sua Parola.

Se non crede, se ne assume tutte le responsabilità, che in soldoni significa assumersene tutte le… conseguenze. Dio starà a guardare, senza intervenire, perché “offeso” dal comportamento miscredente di chi lo ha… snobbato!

Snobbare Dio è la pazzia più grave che l’uomo possa commettere!

Ciò che viene chiamata fede, in realtà non è altro che affermare nel proprio cuore che ciò che sta scritto nell’Evangelo, corrisponda a ciò che Gesù, il nostro Dio possa e voglia fare con noi, per noi e a noi.

Non esiste fede di massa, né fede di famiglia. La fede è un’attitudine personale che conduce ogni uomo a prendere umilmente il posto che gli è assegnato dalla Parola di Dio. Egli è pec­catore davanti all’Iddio Santo, ma sempre bisognoso delle cure amorevoli di Chi è stato mandato da Dio-Padre ad occuparsi pienamente di noi: Gesù Cristo. Poiché è Dio che parla, la fede impone silenzio ai ragionamenti ed ai sentimenti umani. La fede, rasenta l’incoscienza, per assumere le forme della semplicità di un figlio che si fida della propria mamma…

Per fede noi accettiamo ciò che Dio dice dell’uomo ed all’uomo.

Per fede noi accettiamo ciò che la Parola di Dio dice di Gesù Cristo.

La fede è intelligente, perché si affida all’intelligenza di Dio; è paziente, perché aspetta i tempi di Dio; è ubbidiente perché si sottomente alle regole di Dio.

La fede ci consente di acquisire un diverso giudizio del nostro passato, come tempo perduto senza la salvezza; ci fa accettare il presente come il tempo della grazia, sotto la benedizione di Gesù Cristo; ci fa gettare lo sguardo in un futuro che dimostrerà che la Parola di Dio ha sempre ragione.

La fede in Gesù Cristo è l’unica fede che ci dà il senso delle cose di Dio, riconoscendone i Suoi diritti e i nostri doveri di servitori.

La fede è la conoscenza personale di un Dio che si è rivelato nel suo Figliuolo, ugualmente Dio.

Attraverso la mediazione di Gesù Cristo, noi abbiamo la possibilità di parlare a Dio, e di ottenere anche una risposta chiara e soprattutto favorevole.

In ultima analisi, la fede è una relazione vivente con quel Dio, diventato nostro Padre, che noi conosciamo con l’unico nome che è stato dato sotto il cielo, e sulla terra per la nostra salvezza: Gesù, nostro Salvatore.

Credere quindi che Gesù sia Dio, significa anche considerarci Suoi figliuoli ubbidienti, come tralci che portano frutto attaccati alla Vite.

CREDERE è avere FEDE in qualcosa.

Si può credere a tutto e a niente, a Buddha, a Confucio, alla Madonna, a Marx, a Dio, a Satana, agli ufo, ai maghi, a Rael, a Geova, al papa, a San Gennaro ed infine, se ciò non disturba troppo gli altri, a Gesù Cristo!

         Tutte le fedi sono fedi e tutti i fedeli pregano, chi più e chi meno, chi poco e chi cinque ore al giorno, chi col corpo e chi col cuore, chi con danze e chi con lacrime, chi con canti e chi con riti, chi con forme e pompe e chi senza sfarzo e senza riti, ecc.

         Tutte le fedi sono rispettabili, tutte le fedi sono praticabili, ma solo una è buona: quella che l’uomo, in sua coscienza, ritiene capace di dargli ciò in cui spera.

         Chi spera in altri déi, riceverà da loro, quello che loro saranno in grado di dargli; chi spera in Gesù Cristo, riceverà ovviamente quello che lo stesso Gesù Cristo gli ha promesso nella Sua Santa Parola, cioè il Paradiso e la salvezza in vita eterna, nonché il suo santo aiuto, ogni giorno della sua vita

         Esaminando solo la fede in Cristo, perché, come cristiani, possiamo occuparci solo di Lui, possiamo affermare che la fede IN CRISTO è unica   ed esclusiva (Efesini 4:5) e si distingue da tutte le altre fedi!

         Credere significa “porre la propria FIDUCIA”, per ottenere qualcosa, in genere la salvezza dell’anima: il problema sta non in chi crede, ma in CHI è creduto capace di ricevere fede e fiducia! Questa è la fede relativa, cioè la fede che tutte le religioni hanno, ma che inevitabilmente perdono se le mettiamo a confronto: infatti mettendo gli dèi, uno contro l’altro, solo un Dio riscuoterà la fiducia incondizionata su cui porre una fede assoluta, a prova di validità assoluta. Solo su una fede assoluta, un Dio assoluto si gioca tutta la sua affidabilità.

         La credibilità di Gesù Cristo sta nella spendibilità piena di una fede assoluta, con esclusione di ogni altra fede in altri déi: “... avendo pur nondimeno riconosciuto che l’uomo non è giustificato per le opere della legge ma lo è soltanto per mezzo della fede in Cristo Gesù, abbiamo anche noi creduto in Cristo Gesù al fine d’essere giustificati per la fede in Cristo e non per le opere della legge, poiché per le opere della legge nessuna carne sarà giustificata.” (Galati 2:16)

         Il discorso è complesso, ma chiaro. Se viene chiamato in causa, Gesù onorerà sempre la fede in Lui, dando una prestazione che nessun’altra religione potrà mai dare: UN SEGNO!

 “... Questa generazione malvagia e adultera chiede un segno; e segno non le sarà dato, tranne il segno del profeta Giona.” (Matteo 12:39; Matteo 16:4; Luca 11:29-30)

         Ora il SEGNO di Giona è la prova che Gesù è morto sulla croce, ma che è “vivente”, perché risuscitato dopo tre giorni, come il profeta Giona che rimase tre giorni nel ventre della balena.

         A chi crederà, avendo avuto il segno di Giona, ecco aprirsi un mondo spirituale pieno di sorprese:  “E Pietro a loro: Ravvedetevi, e ciascun di voi sia battezzato nel nome di Gesù Cristo, per la remissione dei vostri peccati, e voi riceverete il dono dello Spirito Santo” (Atti 2:38)

         L’uomo senza credere in Gesù Cristo è come un Adamo cacciato dall’Eden.

         Se tutti gli uomini della terra, avendo fede in qualcosa, potranno anche avere una ricaduta immediata e “mondana” alla loro fede, non altrettanto potranno avere garantita una ricaduta ultraterrena: il discorso di stare in pace, sarà valido finché non ci saranno crisi e dubbi sulla capacità di riuscita nella scalata ad una sicurezza ultraterrena.

         Questo è il campo nel quale ogni fede cerca di precludere l’ingresso al confronto e alla verifica. Nessuna religione è in grado di garantire una ricaduta terrena ed una ultraterrena come due fenomeni conseguenti e concomitanti.

         Con Gesù Cristo questo è invece possibile sempre, perché la Verità non teme confronti! Inoltre la fede in Gesù è una fede secondo una logica che è il contrario di quella delle altre credenze! Se Gesù garantirà una “ricaduta” ultraterrena, chiamata “salvezza eterna”, allora Egli concederà anche una “ricaduta” terrena, fatta di risposte concrete a preghiere specifiche rivolte a Lui: Egli infatti è il PADRONE e SIGNORE assoluto del mondo.

         Dio-Padre garantisce per Lui!

 

LA FEDE NELL’UOMO

         Confidare e fidarsi. Questi due verbi NON sono sinonimi come molti credenti ritengono più o meno ingenuamente, ma presentano delle differenze che, sia pur sottili, sono basilari per un corretto rapporto con Dio.

         Infatti il profeta Geremia avverte nel cap.17:5 “Così parla l'Eterno: Maledetto L'uomo che confida nell'uomo e fa della carne il suo braccio, e il cui cuore si ritrae dall'Eterno!”

         Confidare significa riporre tutte le speranze in qualcuno o qualcosa: il soldato confida nella sua spada e nella buona sorte; il debole confida nella pietà del forte; il cane confida nell’affetto del padrone…

         Tanti potrebbero essere gli esempi.

         Il vocabolario Palazzi spiega che “confidare” significa “avere piena fiducia”, dal latino “confidere”.

         Avere fede o fiducia è dunque ciò che Dio vuole che noi riserviamo SOLO e SOLAMENTE a Lui, perché, spiega il dizionario, confidare significa anche “dire qualcosa segretamente” oppure “affidare un incarico”, ed infine “aprire l’animo proprio”, “aprire l’animo e spalancare il cuore”.

Occorre allora stare dalla parte di Dio e credere a Lui, quando ci dice, parafrasando Geremia: “Attenzione ad aprire il vostro cuore ad un uomo, e ad affidargli un incarico di vita o di morte: l’uomo vi deluderà senz’altro, perché solo Dio può tutto. L’uomo non può fare nulla di buono, se non quel minimo di cui è capace in base al suo talento e alla sua disponibilità… L’uomo che si appoggia ad un altro uomo è come lo zoppo che si appoggia ad un altro zoppo, o un cieco che affida la sua sorte ad un altro cieco… Dio si astiene dal sostenere una fiducia che non Gli è rivolta espressamente e ciò è la sostanza della Sua maledizione”.

         L’astensione dell’intervento divino è la garanzia del nostro insuccesso, della nostra rovina, della nostra disgrazia e della nostra morte.

         Dio non ne ha colpa alcuna, dal momento che l’uomo non L’ha chiamato in causa, chiamando in causa invece un altro uomo.

         La colpa sta nell’uomo cui ci siamo rivolti: Dio è stato inerme spettatore di tanta nostra stupidità.

         Più volte Dio stesso richiama la nostra attenzione al fatto che NOI STESSI NON LO CHIAMIAMO IN CAUSA, ma chiamiamo altri “di nostra fiducia”, e poi ne paghiamo le conseguenze.

Vogliamo un Dio? “Maledetto l'uomo che fa un'immagine scolpita o di getto, cosa abominevole per l'Eterno, opera di mano d'artefice, e la pone in luogo occulto!...” (Deuteronomio 27:15)

L’Eterno non sopporta inutile e vuota concorrenza: Lui è! Gli altri dei, non sono!

Eppure l’uomo ha creato NEL SUO CUORE un concorrente a Dio!

Il Dio vero… assiste al cattivo uso della libertà dell’uomo e lo lascia navigare nella melma da lui stesso creata… la creta della statua…

Ma Dio, l’Eterno e Vivente Dio, va anche oltre…: maledice!

Non interviene per aiutare ma si aggiunge alla disgrazia che l’uomo spera di togliersi, confidando in un altro uomo o in un altro dio…

“Poiché tu, o Eterno, hai abbandonato il tuo popolo, la casa di Giacobbe, perché sono pieni di pratiche orientali, praticano le arti occulte come i Filistei, fanno alleanza coi figli degli stranieri. Il loro paese è pieno d'argento e d'oro, e hanno tesori senza fine; il loro paese è pieno di cavalli, e hanno carri senza fine. Il loro paese è pieno d'idoli; si prostrano dinanzi all'opera delle loro mani, dinanzi a ciò che le loro dita hanno fatto. Perciò l'uomo del volgo è umiliato, e i grandi sono abbassati, e tu non li perdoni.” ( Isaia 2:6-9)

Gesù Cristo allunga la lista delle cose sulle quali non dobbiamo porre la nostra fiducia:

1) le ricchezze: “… e Gesù da capo replicò loro: Figliuoli, quant'è malagevole a coloro che si confidano nelle ricchezze entrare nel regno di Dio!” (Marco 10:24)

2) Se stessi: “E disse ancora questa parabola per certuni che confidavano in se stessi di esser giusti e disprezzavano gli altri” (Luca 18:9; 2 Corinzi 1:9)

3) L’armatura e ogni rifugio umano (Luca 11:22)

La nostra fiducia dunque sia riposta SOLO in Dio, in Gesù Cristo, nostro Signore. (2 Corinzi 1:9; 3:4)

Se la nostra fiducia è riposta in Gesù, Egli ci assicura che “…se domandiamo qualcosa secondo la sua volontà, Egli ci esaudisce”. (I Giovanni 5:14)

         Il verbo FIDARSI invece è di tutt’altro tenore, perché io posso aver fiducia in qualcosa o qualcuno, ma posso non sperare che quel qualcosa o qualcuno risolva il mio problema.

         Posso aver fiducia nella mia macchina, affinché essa mi porti in un dato luogo, ma non che risolva i miei affari. Posso aver fiducia nella donna che amo, ma non confidare ciecamente in lei. La stessa cosa per una donna verso l’uomo che ama.

         Mi posso fidare anche di me stesso, ma non posso pensare che io risolva tutti i miei problemi, confidando in me…

         Achille confidava in se stesso… e nella sua invulnerabilità.

         I re e governanti della terra hanno sempre mostrato i muscoli nelle parate militari, ma quando hanno confidato nel loro esercito… anche Napoleone rimase “scornato”…

         La lista è lunghissima: il faraone, Alessandro Magno, Giulio Cesare, GengisKan, Mussolini, Hitler…

         Sfatiamo allora una stortura dei traduttori biblici di tutte le razze e latitudini: non possiamo confidare nei pastori e neppure sottometterci e ubbidire a loro. Non è scritturale!

         Del resto come poteva esserlo se Dio stesso non vuole che noi ci sottomettiamo a nessuno diverso da Lui?

         La frase di Ebrei 13:17 come possiamo allora accettarla?

         In nessun modo: va rifiutata categoricamente perché FALSA!

         Se leggiamo le traduzioni bibliche, leggiamo l’assurdo: “Ubbidite ai vostri conduttori e sottomettetevi a loro, perché essi vegliano per le vostre anime, come chi ha da renderne conto; affinché facciano questo con allegrezza e non sospirando; perché ciò non vi sarebbe d'alcun utile….”  E’ STATA TRADOTTA MALE DA TUTTI I TRADUTTORI ITALIANI, VOLUTAMENTE E SCIENTEMENTE!

         In greco infatti si dice tutt’altro: “péithesthe tòis egoùmenois umòn kài upéikete autòi”

         La frase andrebbe così tradotta: «Abbiate fiducia nei vostri conduttori e accordatevi con essi», cioè «CONFIDATE, ABBIATE FIDUCIA, PORGETE CREDITO (peiqesqe = abbiate fiducia) ai vostri conduttori e ACCORDATEVI (upeikete = accordatevi, collaborate) a loro, perché essi vegliano per le vostre anime, come chi ha da renderne conto; affinché facciano questo con allegrezza e non sospirando; perché ciò non vi sarebbe d’alcun utile.» (Ebrei 13:17)

Da ciò si evince chiaramente che:

 

1) NON è “UBBIDITE”

Nell’epistola agli Ebrei troviamo questo unico passo in tutto l’Evangelo in cui si chiede di dare ai conduttori  una particolare attenzione: ciò è giusto, nobile ed utile. Da questo, però, a finire ad una vera e propria sottomissione ci passa una bella differenza!

Infatti il verbo da cui deriva peiqesqe è un verbo che ha in LATINO il suo corrispondente in fido-fidas, foedus, e addirittura “fides”) che vuol dire “aver fiducia”.

Nel grande vocabolario greco-italiano ROCCI (il migliore in assoluto) il verbo “peizo” ha questi significati:

nella forma attiva:

 “persuado”, “convinco”, “tento persuadere”

“induco”

“inganno”, “deludo”, seduco”, “corrompo”

“piego con preghiere”, “addolcisco”, “traggo a me”

“persuado”, “mi confido”.

nella forma passiva

“aver fiducia”,

“lasciarsi convincere”

“lasciarsi persuadere”

“collaborare”

“ubbidire alle leggi condividendole”

In questo specifico caso dell’Epistola agli Ebrei, il verbo è proprio usato nella forma passiva, con il significato di “lasciarsi convincere”, “lasciarsi persuadere”.

Se molti pastori, invece di imporsi, si proponessero, avremmo risolto tutti i rapporti fra credenti: spesso accade che i loro progetti rimangano nella loro testa e che nessuno debba metterci becco!

Il significato di “ubbidire” è usato solo in rapporto alle LEGGI, dove esse sono lo specchio di una condivisione presunta e diffusa, a tal punto, da non dover creare problemi l’adeguarsi spontaneamente ad esse.

Nella sua accezione passiva, lo stesso verbo inoltre propone “credo a”, oppure “mi fido di”. A riprova di ciò infatti troviamo che i “pepeisménoi” sono i CREDENTI.

Allora mi domando: “Ma che avevano in mente i traduttori italiani?” E’ facile indovinarlo: avevano in mente di difendere e mantenere una chiesa gerarchizzata e autocratica dove al posto della fiducia è stato sempre più facile chiedere l’ubbidienza e il rispetto dell’autorità e la sottomissione ad essa, piuttosto che la collaborazione alla pari!

         Il loro motto potrebbe essere così concepito: “Ubbidire, al posto di capire perché e cosa fare”: ciò è proprio quello che Gesù voleva evitare, perché voleva che nella vigna ci entrassero tutti i figli e non solo gli addetti ai lavori…

 

2) NON è “SOTTOMETTETEVI”

Il vero verbo SOTTOMETTERSI sta invece in Giacomo 4:7 “… Sottomettetevi dunque a Dio; ma resistete al diavolo, ed egli fuggirà da voi.” E ciò che troviamo è: “upotagete oun to theo”, che significa proprio “mettersi sotto”.

Qui invece il verbo è upéiko

C’è dunque differenza fra un verbo e l’altro!

upeikw (upeiko = cedere, arrendersi, accordarsi, collaborare, far concessioni, condiscendere, obbedire spontaneamente)

Tra membri di chiesa e pastori ci dev’essere sempre un rapporto di fiducia e di aiuto reciproci, stimolante per i pastori, doveroso per i credenti.  La frase di Ebrei 13:17 andrebbe così tradotta: «Abbiate fiducia nei vostri conduttori e accordatevi con essi», perché essi vegliano per le vostre anime, come chi ha da renderne conto; affinché facciano questo con allegrezza e non sospirando; perché ciò non vi sarebbe d’alcun utile.» (Ebrei 13:17)

Non è più bello così, per quei credenti-nati di nuovo che il Signore ha scelto come Suoi Servi?

 

II PARTE

IL RUOLO DEI PASTORI

Anche nell'epistola agli Ebrei in 13:7 e in 13:17 non si parla di "pastori", ma di "conduttori": "Ricordatevi dei vostri conduttori (egouménon), i quali v'hanno annunziato la parola di Dio; e consi­derando com'hanno finito la loro carriera, imitate la loro fede..."

Non si parla di "pastori", ma di "conduttori": il Pastore è Gesù Cristo!

La prova sta nella Prima Epistola ai Corinzi al cap. 12, lì dove si parla di Chiesa vista dall’INTERNO: “Or voi siete il corpo di Cristo, e membra d'esso, ciascuno per parte sua. E Dio ha costituito nella Chiesa primieramente degli apostoli; in secondo luogo dei profeti; in terzo luogo dei dottori; poi, i miracoli; poi i doni di guarigione, le assistenze, i doni di governo, la diversità delle lingue. (I Corinzi12:27-28)

I pastori non ci sono.

In 1 Tessalonicesi 5:14-24 "i conduttori/responsabili" di comunità di credenti ricevono istruzioni precise sui loro compiti.

         La pecora-conduttore deve inoltre amare Gesù Cristo più delle altre "pecore" ("mi ami tu più di questi?" Giovanni 21:15-17)

 

Gesù  è il PASTORE unico ed onnipresente ed insostituibile delle pecore di Dio!

C’è infatti da dire che la parola greca che attribuisce a Gesù l’attributo di PASTORE è poimhn (poimèn - poimènos) ed è riferito a Cristo in ben 16 passi!

- 2 passi in 1 Pietro 2:25 (Gesù Pa­store ed Episcopo) e 5:4 (Gesù Super Pastore, Sommo Pastore, Arcipastore)

- 5 passi in Giovanni 10:2,11,12,14,16;

- 1 passo in Ebrei 13:20 (il Gran Pastore);

- 3 passi in Matteo 9:35; 25:32; 26:31; 

- 2 passi in Marco 6:34; 14:27;

- 1 passo in Luca 10:2;

- 1 passo in 1 Re 22:17;

- 1 passo in 2 Cron. 18:16.

Si tratta invece di pastori veri, di quelli cioè che pascolano le pecore, in 5 passi: Luca 2:8,15,18,20; 1 Corinzi 9:7.

         È allora sorprendente scoprire che l’UNICO PASSO in cui è presente la parola GRECA poimhn (poimén) e che riguardi i conduttori umani di chiesa, si trova solamente in Efesini 4:11, dove si parla di «pastori» con riferimento agli uomini responsa­bili di un "gregge": “Ed è lui che ha dato gli uni, come apostoli; gli altri, come profeti; gli altri, come evangelisti; gli altri, come pastori e dottori” (Efesini 4:11)

 

         Tutto il sistema delle chiese che si reggono sui pastori, sulle scuole bibliche per formarli e sul sistema per far loro presiedere una chiesa, ha come sostegno biblico un solo ed unico passo specifico!

         È sicuramente un po’ poco.

         Molti «pastori» con la «p» minuscola non accettano assolutamente questo discorso, anzi lo chiudono qui!

         Nelle Chiese Evangeliche i conduttori e responsabili del culti si chiamano «pastori», ma è fondamentale premettere che solo Gesù Cristo è il "Pastore" con l'iniziale maiuscola!

         Qualcuno, più modesto invece, propone la differenza fra «pastore» e «Pastore». È solo una differenza di lettera iniziale, per distinguere un qualsiasi credente chiamato al compito pastorale!

         La verità, la sola verità possibile, la cruda ed amara (per chi non la vuole accettare!) verità è che Gesù è l’UNICO e VERO «pastore» di tutti gli appartenenti alla Sua Chiesa: Egli non ha mai rinunciato e tale compito e non ci rinuncerà mai.

         Inoltre, solo i pastori sono responsabili o conduttori? Gli anziani che ci stanno a fare?

         SE è vero per i pastori il passo di Efesini 4, domandiamoci seriamente: le altre figure DOVE SONO?

 Non ci possono essere anche altre «figure» bibliche come responsabili e conduttori di chiese?

La figura di un pastore è riconoscibile, come sono riconoscibili anche gli altri apostoli, profeti, evangelisti e dottori. Come dunque non è facile riconoscere apostoli, profeti, evangelisti e dottori, se non dalla pratica cristiana e dalla stima e dalla fiducia che essi riescano a suscitare all’interno della comunità, così è altrettanto di un pastore, che non può chiedere la stima in base all’autorità che pretende di avere, ma in base all’autorevolezza che riesce a suscitare negli altri. La stima non si dà per obbligo, ma per meriti, conquistati sul campo!

La dimostrazione di ciò sta il fatto che l’apostolo Pietro, che effettivamente ricevette SOLO il servizio di «pascolo», in realtà svolse poi tutti gli altri «servizi» di apostolo (con Cornelio), di profeta (come Gioele, con la prima parte del suo primo discorso), di evangelista (con la seconda parte del suo primo discorso) e di maestro (come guida per condurre passo passo tutti i neofiti).

La realtà è purtroppo drammatica perché i pastori tendono a schiacciare, annullare ed azzerare tutte le altre figure concorrenti!

         Ciò è la limitazione, la riduzione e la morte di ogni ministero pastorale!

         Chi riceve un «mandato» (o meglio affidamento) pastorale da Dio, deve rimanere fedele al mandato, nel quale non c’è assolutamente il mandato di «signoreggiamento», perché esso è riservato al... Signore.

         La figura accentratrice del pastore, priva la comunità degli altri ministeri.

         Le masse stanno aspettando che Cristo venga predicato con gli «azzimi della sincerità e della verità», ma nel frattempo assistono a squallide contese e dimostrazioni di forza...

Sarà per questo che in Italia non c’è mai stato un “risveglio”?

Sarà per questo che nel mondo “i risvegli” avvengono col contagocce e solo quando… Gesù Cristo  trova qualcuno che Lo ami veramente con tutto il cuore.

 

NON SVENDIAMO LA FEDE

Quanto vale la tua fede?

Noi ne dobbiamo stabilire il prezzo.

E che prezzo sarebbe giusto? E’ il prezzo che Dio ha pagato per darcela: la morte di Suo Figlio.

Non svendiamo la fede.

Non svendiamo Gesù Cristo!

Da bravi commercianti diamo il prezzo giusto a ciò che abbiamo: valutiamo ciò che abbiamo avuto.

Non pensiamo che, essendo un regalo, la nostra fede non abbia prezzo.

Anche se in un certo senso è inestimabile, diamole valore secondo ciò che la fede può comprare.

Vediamo cosa può comprare.

Può comprare la salvezza eterna. Quante persone darebbero tutto ciò che hanno per essere sicuri di andare in Paradiso con tutte le scarpe e, purtroppo per loro, qualunque cosa possano offrire, non basta?

Anche se potessimo offrire tutto il mondo, non basterebbe.

Il mondo non vale come la vita stessa di un Uomo morto sulla croce, e risuscitato dopo tre giorni.

Chi può fare questo?

Quanto vale un Dio, che muore per noi?

Quanto vale Dio stesso?

Solo un Dio vale come un Dio.

Nulla gli può essere paragonato.

La fede in Gesù Cristo ha il valore che Dio stesso le ha dato sulla croce.

Sulla bilancia cosmica Gesù ha messo Se Stesso su un piatto e sull’altro piatto ci ha messo tutta l’umanità con annessi e connessi.

Purtroppo per i denigratori o per i deprezzatori della fede, il piatto è sempre più pesante dalla parte di Gesù Cristo! La bilancia pesa a nostro favore: i nostri peccati e qualunque cosa abbiamo fatto sono nulla in confronto del prezzo pagato!

Quanto vale la nostra fede dunque: sul mercato della salvezza vale una cifra i cui zeri si allungano all’infinito.

Tale fede può comprare la salvezza dei nostri cari, se annunciamo loro l’Evangelo della Salvezza.

Tale fede può comprare la nostra guarigione se ci atteniamo strettamente alle istruzioni bibliche e preghiamo col cuore affinché Gesù continui a darci misericordia e sapienza.

Può comprare una nazione, se siamo capaci di sacrificarci per essa.

Giovanni Knox, consumato da un amore angoscioso per il suo paese pregava per ore e a volte anche per giorni. Fu in doglie e nella chiesa di Scozia sorse una nuova vita. Pregò e digiunò per quaranta giorni e alla fine vide che in tutta la Scozia si leggeva la Bibbia e tutti si erano convertiti a Cristo. La regina Anna Bolena, detta la “sanguinaria” o la “cattolica”, soleva dire di non temere niente, salvo quel pezzente di Giovanni Knox, quando si metteva in ginocchio in preghiera, perché sapeva che era capace di smuovere il mondo intero con la forza del suo Dio.

Tale fede può comprare qualsiasi cosa e c’è certa gente che usa la fede per chiedere soldi! Nulla di più sbagliato ed offensivo nei confronti di Dio. E’ come se andassimo in banca a scambiare il nostro conto corrente gonfio di stramiliardi e senza limiti di cifra, con un conto corrente misero e quasi vuoto, solo perché il nostro conto corrente è vincolato e quello misero invece è al portatore.

Occorre sapere che anche se il conto è vincolato, possiamo “spillare” grandi ricchezze per noi e per gli altri. Possiamo stare in salute spendendo briciole di fede, mentre i ricconi della terra spendono fortune per cure e rimedi che non danno la salute che abbiamo noi…. gratis.

Tale fede può comprare può comprare la pace del cuore nostro e degli altri, per stando in un mondo di guerre e di ingiustizie.

Tale fede può comprare il rinnovamento della tua mente se lasci che Gesù si occupi di te. La vita eterna rappresenta il libero dono di Dio per gli uomini.

Gesù è morto ed è risorto per liberare l'umanità dal peccato, ed ora Egli ti offre gratuitamente la salvezza.

Un giorno un barbiere, che era ateo, mentre tagliava i capelli ad un evangelista, conversava con lui. La bottega del barbiere era situata in una delle vie sporche di periferia di una grande città. Il barbiere ateo disse: "Se ci fosse un Dio d'amore come quello che annunci tu, come potrebbe permettere tutta questa povertà, la sporcizia, il dolore e il crimine tra questa gente? Perchè non li libera da tutto ciò?

"Proprio in quel momento passò davanti alla vetrina un vagabondo trasandato, sporco, con la barba lunga. I capelli gli pendevano dritti sul collo.

L'evangelista allora fermò il barbiere, glielo indicò e disse: "Tu sei un barbiere e ti vanti d'essere bravo e buono, forse sia pure il migliore del mondo, ma perchè lasci quest'uomo andare in giro spettinato e non rasato? "

"Ma, ma” balbettò il barbiere "lui non mi ha dato mai l'occasione di metterlo in ordine".

"Proprio così" disse il servitore di Dio, sono, dunque, gli uomini che respingono l'aiuto di Dio.

Il barbiere allora dalle sue stesse parole capì di aver ricevuto la risposta alla sua domanda.

Ebbene facciamo come diceva quel barbiere, affidiamoci alle cure amorevoli di Gesù.

Lui farà di noi degli uomini e donne onorevoli e pulite dentro e fuori.

Vogliamo questo?

Siamo disposti non solo ad avere fede, ma anche ad esercitarla?

Avere la Ferrari in garage non ci porterà mai da nessuna parte.

Che Gesù ci spinga ad esercitare la fede fino a raggiungere le altezze di un’aquila.

 

FEDE PER RICEVERE

Tanti predicatori affermano e ripetono a iosa che Dio ama il peccatore e odia il peccato, ma cosa si può dire ancora? Tre cose.

 

1) CHE VUOL DIRE che Dio ama il peccatore e odia il peccato?

Charles Haddom Spurgeon, il principe del pulpito, predicò sul verso “Dio giustifica l’empio”, e spiegò chiaramente che solo Dio è in grado di dare all’empio la soluzione di tutti i suoi problemi.

(Romani 4:4-5) “Or a chi opera, la mercede non è messa in conto di grazia, ma di debito; mentre a chi non opera ma crede in colui che giustifica l'empio, la sua fede gli è messa in conto di giustizia.”

Mai, e ripeto mai, Gesù ha allontanato un peccatore.

Troppo spesso sono i peccatori stessi che pensano di doversi allontanare da Gesù, perché pensano di essere impuri (come se Gesù non lo sapesse!), o di non essere degni (come se Gesù volesse stare con i suoi pari!)

Gesù non ha pari! Nessuno può stare di fronte a Gesù alla pari, perché Gesù è DIO.

Nessuno può stare davanti a Dio alla pari!

Nessuna creatura può arrogarsi il diritto o il privilegio di stare alla pari con il Creatore.

Nessuna persona, sottoposta ai confini del tempo e dello spazio, può stare alla pari con il Dio INFINITO che non ha nessun limite di tempo e di spazio.

Dio ti ama per quello che sei: una polvere attaccata sotto la bilancia: peso vicino allo zero!

 “Ecco, dice Isaia 40:15, le nazioni sono, agli occhi suoi, come una gocciola della secchia, come la polvere minuta delle bilance; ecco, le isole son come pulviscolo che vola.”

Salmo 62:9 “Gli uomini del volgo non sono che vanità, e i nobili non sono che menzogna; messi sulla bilancia vanno su, tutti assieme son più leggeri della vanità.”

E’ per questo motivo che Dio si avvicina a te e ti dice: posso amarti? Mi permetti di amarti?

Non essere scorbutico! Non essere una implosione di egoismo e non guardare a te stesso, ma guarda alla mano tesa che viene dal Cielo e ti dice: “Sono venuto per te! Sono venuto ad offrirti la mia amicizia. Sono venuto ad offrirti una condizione di erede. Vuoi ciò che ho io?

Vuoi che io metta a tua disposizione qualcosa di meraviglioso e di ineffabile, che ti lascerà stupito e senza parole?

Vuoi la vita eternamente spesa nella boutique del Cielo, dove ti verrà data la veste più candida e splendente che c’è nell’universo?

Vuoi diventare come un portatore di sapienza e di luce, come se la Sapienza e la Luce fossero tuo padre e tua madre?

Dio ti ama, perché sei peccatore, ma non ama il peccato.

Dio ti ama, ma c’è un piccolo ostacolo: il peccato che tu proponi come indispensabile per vivere in questa terra di ladri e di maledetti.

No, non è così!

Si può vivere senza peccato, come peccatori che si sono pentiti dei loro peccati o che si sono vergognati di peccare!

Se pensi che il peccato ti debba a tutti i costi separare dall’amore di Dio, sappi che c’è un sistema per impedire ciò: dichiara dentro il tuo cuore che il peccato non ti interessa più!

Infatti è possibile amare il dono di Dio e non il Donatore, che è Dio stesso: tutto viene da Dio!

E’ altresì possibile amare il suonatore ma non apprezzare la musica che lui suona e viceversa.

E’ come amare il caffè e odiare il barista che te lo fa.

E’ come pretendere la camicia stirata e odiare la donna che te l’ha stirata

Peggio ancora è condividere lo stesso letto e odiare la persona che dorme al tuo fianco, oppure amare la persona che dorme al tuo fianco, ma odiare la sua felicità

Il Signore Gesù è come quel Figlio unico di un miliardario americano che volle andare in Viet-Nam…  e morì… (*)

 

2) Che Dio ami il peccatore e odia il peccato, RIGUARDA TE?

Qui si afferma la tua condizione

Dio ti ama, perché sei peccatore, ma odia il peccato che fai e vorrebbe che tu non peccassi…

Tu pensi: “Sarebbe bello, ma….”

Il tuo “ma”, oppure “sì, però” ti divide da Dio, così come lo stesso “ma” divise il figlio buono dal Padre che festeggiava il figlio che tornava. (Luca 15:30)

Vi dico alcune considerazioni contro il vostro perbenismo…

Il figlio buono non amava il Padre , ma i suoi amici; ed era buono, perché rimaneva in casa, ma non per stare in comunione col Padre, ma solo per l’eredità che il Padre gli avrebbe lasciato

Il figlio buono è come il figlio “cattivo”, solo che ha sostituito  la sua dipartita, alla dipartita … del Padre!

Il figlio cattivo che torna, non ama il padre ma i suoi beni e la sua casa e il cibo che mangiano i suoi servi

L’unico che ama è il Padre.

Mettiamoci nei panni del padre che ama il figlio e deve accettare di vederlo andare via: non è Dio che ama il peccatore   e deve accettare di vedere il peccatore che se ne va via in cerca di qualcosa che non troverà mai?

Dio ama i pescaresi e Pescara ma deve vedere pescaresi e Pescara andare via dietro alle chimere delle ambizioni di ciascuno. Nessuno ama Dio, ma tutti amano il successo, il denaro che pur poco, serve per far avere bei vestiti, buon cibo, buoni gioielli, buone magliette alla moda, buoni profumi, buone acconciature, buoni amici di ballo e di compagnia per fare qualcosa che si spera possa avere un significato e passare giornate vuote nel fare sempre le stesse cose, passare la vita a sperare che qualcosa cambi, continuare a dire e fare sempre le stesse cose, per accorgersi lentamente che il cibo ci sta facendo male, i vestiti non danno la felicità, le amicizie sono interessate e…

E quando scopri questo, ti consideri “benpensante”, perché hai scoperto il segreto o l’essenza della vita, come certi filosofi che sono stati tali solo dopo aver vissuto, viaggiato e provato di tutto.

Ma Dio è ignorato completamente.

L’uomo è vissuto solo, è vissuto in balia dei suoi bisogni. Tu come stai vivendo?

 

3) Se Dio ama il peccatore e odia il peccato, VUOI ESSERE AMATO?

Qui si afferma che esiste un rimedio

Dio ti ama e vuole amarti e vederti con gli occhi dell’amore, qualunque cosa fai e qualunque cosa hai. Vuole la tua compagnia e vuole condividere i Suoi beni con te.

Lui vuole esserti mamma e averti come suo cucciolo, per provvedere a tutto e avere in cambio la possibilità di accarezzarti, di prenderti in braccio, di giocare con te, di trovarti sempre dalla sua parte, di condividere con te miseria e nobiltà, la miseria dovuta alla cattiveria degli altri e la nobiltà della Sua casata. Vuole addirittura nominarti Suo erede, vuole darti un Regno, vuole rivestirti di dignità e di onore, e vuole darti un ruolo di giudice, sapendo che, venendo dal basso, adesso tu tratterai meglio i bisognosi, i poveri e gli sfruttati. Tu lo eri, anche se non era facile ammetterlo o accorgersene.

Dio ama il peccatore e odia il peccato: è per questo che vuole darti l’opportunità di capire che è possibile essere peccatori senza peccato…

E’ possibile essere figli, senza essere rigettati ad ogni materialità dei tuoi bisogni.

La mamma getta il pannolone “pieno” di effluvi, ma non si sognerà mai di rinunciare al proprio figlioletto, anzi lo laverà, lo pulirà, lo profumerà e lo abbraccerà di nuovo.

Fra tutte le relazioni che esistono, quella materna è la più forte. Dio vuole esserti madre, anche se è Padre. Anzi Egli è entrambe le cose, perché Egli è tutto.

Dio ha messo qualcosa di Sé nella figura materna…

Dio ha generato Suo Figlio e ha voluto che la donna generasse

Dio ha dato un trono a Suo Figlio e ha voluto che ogni mamma possa volere questo del proprio figlio.

Dio ha dato la sua vita per noi, e ha messo lo stesso sentimento in ogni mamma che darebbe la vita, pur di sapere e di vedere che il proprio figlio potrà avere certezza di benessere e di futuro materiale.

Adesso Dio vuole offrire un futuro alla città di Pescara, ai pescaresi, a chiunque accetti di volere essere rivestito da Gesù e non dalla boutique, a chiunque vuole essere nutrito dalla Sua Mano santa col cibo della Parola di Dio piuttosto che dai ristoranti di lusso e dalle rosticcerie o dai supermercati.

Vuoi essere allora rivestito da Dio?

Se scegli nel tuo cuore di essere “rivestito” di giustizia, l’unico vestito immacolato per chi vuole stare degnamente davanti a Dio, essendo “giustificato” per ogni tua condizione di vanità, accetta la mano che Gesù ti offre e prega, ripeti nel tuo cuore: “Gesù accetto!

Gesù accetto di essere “coccolato” da Te e di volerti amare come un figlio ama il Padre.

Vuoi fare una preghiera adesso? Dentro il tuo cuore, ripeti con me… non c’è bisogno che tu venga avanti o che io ti imponga le mani o altro…

“Gesù, voglio essere come tu mi vuoi. Se tu mi ami, amami come solo Colui che è l’Amore infinito può fare…”

 

IL QUADRO DEL FIGLIO

Una storia significativa (tratta dal calendario Evangelico del Ministero Evangelistico alle Nazioni).

Un uomo benestante americano e suo figlio, amavano collezionare rare opere d'arte, possedevano di tutto nella loro collezione, da Picasso a Raffaello. Spesso si sedevano insieme ad ammirare le grandi opere che possedevano, finché arrivò la guerra del Vietnam ed il figlio dovette partire. Fu un soldato molto coraggioso e morì in battaglia mentre salvava uno dei suoi compagni. Il padre fu informato della sua morte e una profonda tristezza lo colse, poiché era l'unico figlio che aveva. Circa un mese più tardi, qualcuno bussò alla porta....

Un giovane, in piedi all'entrata con un gran pacco tra le mani, disse: "Signore, voi non mi conosce ma io son il soldato per cui vostro figlio ha dato la vita. Spesso mi parlava di voi e del vostro comune amore per l'arte".

Il giovane uomo mostrò il pacco: "So che non è molto, non sono un grande artista, ma penso che vostro figlio avrebbe voluto averlo".

Il padre aprì il pacco, era un ritratto di suo figlio, che il ragazzo aveva fatto. Il padre ringraziò il giovane e si offrì di pagare il quadro. "Oh no, Signore! Non potrò mai ripagare quello che vostro figlio ha fatto per me. Questo è un dono".

L'anziano signore abbracciò il ritratto. Ogni volta che i visitatori venivano a casa sua, prima di mostrare loro qualsiasi altra opera d'arte della sua collezione, li portava a vedere il ritratto di suo figlio.

L'uomo morì pochi mesi dopo. Ci fu una grande asta per i suoi dipinti.

Vennero molte persone influenti, entusiaste di vedere i grandi quadri ed avere l'opportunità di possederne qualcuno per le loro collezioni. Sulla piattaforma fu messo il ritratto del figlio.

Il banditore batté il martelletto:" Cominceremo le offerte con questo dipinto del figlio. Qualcuno offre per questo quadro?". Ci fu silenzio. Poi una voce dal fondo della sala gridò:" Vogliamo vedere i famosi dipinti...quello saltalo". Ma il banditore insistette:" Qualcuno vorrebbe offrire per questo dipinto?

Chi comincerà le offerte? 100? 200?"

 Il banditore continuò: "Il figlio! Il figlio! Chi prende il figlio?".

Finalmente, giunse una voce dalla parte più lontana della sala; era il vecchio giardiniere che da sempre aveva lavorato per l'uomo e per il figlio. "io offro dieci dollari per il quadro".

Essendo povero, era tutto ciò che poteva offrire.

"abbiamo dieci dollari, chi offre di più?". La folla si arrabbiò veramente, non voleva il dipinto del figlio.

Il banditore batté il suo martelletto: "dieci dollari e uno, dieci dollari e due, dieci dollari e tre... AGGIUDICATO per 10 dollari!".

Un uomo seduto nella seconda fila gridò:" Ah, adesso proseguiamo con la collezione!".

Il banditore poggiò il martelletto :" Mi dispiace, l'asta è conclusa". "Cosa ne è del resto dei quadri?", chiese un altro.

"Mi dispiace, ma quando fui chiamato per condurre l'asta, mi fu parlato di una stipulazione segreta riguardante il testamento e non mi è stato permesso di rivelarla fino a questo momento.

Solo il dipinto del figlio sarebbe stato messo all'asta; chiunque l'avesse comprato, avrebbe ereditato l'intero patrimonio, incluso i dipinti. L'uomo che ha preso il figlio, ha preso tutto!".

2000 anni fa Dio diede Suo Figlio a morire su una croce crudele. Molto similmente al banditore, il Suo messaggio oggi è:" Il Figlio, chi prende il Figlio? Perché chiunque prenderà il Figlio erediterà tutto".

 

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