L’ORGOGLIO SPIRITUALE
(Donato Trovarelli)
“Le opere del Signore non sono nostre”
SIGNIFICATO DEL TERMINE
ORGOGLIO:
-
(dal francese "urgoli" alterigia) "Vivissimo sentimento dei PROPRI meriti
e della PROPRIA persona" (Palazzi, 1991)
- "Sentimento unilaterale ed
eccessivo della PROPRIA personalità o
casta, che isola l'individuo o ne altera i rapporti sociali o affettivi"; in senso attenuato
"sentimento non biasimevole
della propria dignità, giustificata fierezza" (Devoto Oli, 1979)
ORGOGLIOSO:
- "essere soddisfatto e dimostrarlo
esplicitamente" (Palazzi,
1991)
- "Chiuso nel proprio
orgoglio" "denotante una superbia e per lo più immotivata fierezza"
"può inoltre indicare un sostenuto, ma legittimo compiacimento"
(Devoto Oli)
Sinonimi di ORGOGLIO: superbia, alterigia, ambizione,
arroganza, presunzione, insolenza, vanagloria, vanità, vanto, trionfo,
gloria" (Palazzi, 1991)
DOVE SI ANNIDA L'ORGOGLIO
Essendo un vivissimo sentimento molto intimo, esso si annida nell'anima
dell'uomo cioè nella sua personalità e vi si attacca come la tenia alle
budella!
Ogni tanto prolifera ed evidenzia i suoi
tremendi e tossici frutti di disturbo.
L'orgoglio fa leva su aspetti positivi e
gusti della personalità, ma ne esagera
l'importanza!
Ciascun essere umano ha la sua
personalità, più o meno formata. Certi suoi aspetti positivi però sono visti da
noi stessi, unilateralmente, come speciali doni che noi possiamo mettere a
disposizione degli altri, se questi sono disposti a riconoscere la nostra
generosità: la valutazione delle nostre potenzialità risulta normale agli occhi
nostri, ma"squilibrata" agli occhi degli altri!
L'orgoglioso, in genere, non si accorge
di esserlo, perché in realtà non avverte la differenza fra il parlare
"normale" di sè e il parlare
"esagerata-mente" di sé!
La misura dell'esagerazione sta nella
soddisfazione che ne guadagna, sotto forma di stima, sicurezza e... potere
sugli altri.
Inizialmente l'orgoglio è un sentimento non biasimevole, ma, nell'esagerazione,
diventa "biasimevole".
L'orgoglio sta nella bravura, in
qualsiasi campo, in qualsiasi lavoro, e per qualsiasi motivo.
Anche lì dove non ci sarebbe nulla da
essere orgogliosi, si può trovare motivo di orgoglio: un criminale può essere
orgoglioso del fatto che è riuscito ad ammazzare meglio degli altri o più degli
altri o lì dove gli altri hanno... fallito!
Il bravo "orgoglioso" si
distingue dal bravo "non orgoglioso" dal fatto che il primo è bravo e
sa di esserlo e lo fa pesare, il secondo è bravo, ma riconosce di non avere
niente di speciale o almeno niente di cui vantarsi.
Prendiamo per esempio due studenti che
prendono il massimo dei voti ad un esame: uno che ha sempre studiato dirà che
se lo meritava, perché non poteva andare diversamente, l'altro che non ha
sempre studiato dirà che è stata tutta fortuna.
Il risultato è lo stesso, ma cambia la
valutazione dello stesso.
Avere dei meriti è comune a tutti e
rimarcarli per pubblicizzare la propria competenza o professionalità è utile e
a volte anche necessario, ma evidenziarli in maniera esagerata è comune solo
agli orgogliosi!
In
campo spirituale, la situazione si aggrava per il fatto che il credente non
può vantare nessuna bravura, avendo fondato la "sua" fede sulla Grazia e non sulle opere.
Nessuno può vantarsi di aver ricevuto di più o di meno dal Signore, poiché
abbiamo ricevuto TUTTO da Gesù!
L'orgoglio allora scatterebbe nel vanto
di essere stato disponibile "prima" di un altro! Anche qui però non
c'è vanto perché è il Signore che chiama e non noi a sentire la voce!
Se Gesù non chiama, hai voglia a
predicare! Nessuno sentirà
Dov'è allora la bravura?
La bravura è tutta del Signore, che
mette il SUO Spirito, i SUOI doni, i SUOI frutti,
Il vanto dei credenti, dei pastori, dei
predicatori, sta tutto nella disponibilità a chiedere ed accettare i doni e i
ministeri dal Signore: in questo i doni e i ministeri possono essere "un
laccio" alla fede invece che un sostegno! Si può pensare di dare maggior
risalto al dono, piuttosto che al Donatore.
Il credente, liberato dalla schiavitù
del peccato dal Signore, riscattato dal Signore per atto unilaterale del
Medesimo, acquistato a caro prezzo col Sangue di Gesù, viene chiamato dal
Signore alla collaborazione: questa però deve essere considerata obbligatoria e
senza meriti, perché in realtà il credente non è libero, ma ha solo cambiato
PADRONE!
Noi apparteniamo a chi ha pagato: Gesù
Cristo! Se Gesù ci ha resi liberi, lo ha fatto in riferimento al peccato, non a
se stesso! Il PADRONE è sempre lui!
Nella paranola
dei talenti, il padrone degli INTERESSI è lo stesso del CAPITALE iniziale!
Trasferendo il discorso in campo dei
rapporti fra "servitori" di Dio, possiamo dire, senza ombra di dubbio
alcuno o di incertezza, che le opere che i ministri compiono spettano al
Signore che le ha previste, sostenute e
compiute!
Tutt'al più il Signore, condivide
"Entra buono e fedele servitore
nella gioia del Tuo Signore"
Vogliamo altra soddisfazione?
Entreremo nell'indifferenza del Signore!
La soddisfazione del Signore è la
rinuncia al mondo PER LUI!
Quando noi abbiamo ricevuto molto da Dio
NEL MONDO (perché ogni cosa viene comunque da Dio!), molto difficilmente ci
rinunceremo e e molto più facilmente continueremo ad
essere "gonfi di noi", fieri di ciò che siamo e di ciò che abbiamo.
Difficilmente arriveremo a dire:
"Cristo è in tutto e in tutti".
Basti pensare a quanto danno ha fatto
nel mondo l'orgoglio fondato sulla dignità di "casta" e quanto ne fa
ancora la dignità della "cultura": entrambi gli appartenenti a tali
“livelli” sono intrattabili, perché guardano gli altri dall'alto in basso,
dall'alto della propria cattedra al basso dell'ignoranza altrui. Non si
accettano consigli, perché difficilmente si riesce a superare la barriera della
disistima.
Nell'esaltazione dei propri meriti, in
campo spirituale, è Dio a mettere un muro: nessuno avrà mai la salvezza, se non
per i meriti di Gesù!
L'orgoglioso è:
-
il sano che non ha bisogno del medico,
-
il peccatore che dice di non fare nulla di male,
-
lo sbandieratore della PROPRIA persona, incapace di preoccuparsi
dell'altrui persona,
-
il superbo, che considera se stesso al di sopra degli altri,
-
l'altero, che non può "sporcarsi" con gli altri miseri mortali,
-
l'ambizioso, che cerca a tutti i costi il modo per essere ammirato,
- l'arrogante,
che giunge ad offendere se viene messa in discussione o in pericolo la sua
"dignità",
-
il presuntuoso, che non può abbassarsi al livello degli altri, perché lui è
troppo "superiore",
-
l'insolente, che concepisce la vita come lo scontro fra LUI e gli stolti che lo
circondano.
La cosa tremenda, che maggiormente
offende Dio, è che l'orgoglio ha una FINALITA' che esclude Dio, sostituendolo
con se stesso!
L'orgoglioso in fin dei conti, vuole
essere considerato "divino", come i cesari dell'antica Roma, come i
faraoni, come i divi del cinema, come i cantanti sulla cresta dell'onda, come i
politici all'apice della carriera...
Il mondo è pieno della vanagloria degli
orgogliosi: è pieno di monumenti alla stupidità e alla vanità umana!
Se l'orgoglioso potesse portare fino in
fondo il suo programma di autoesaltazione arriverebbe a costruire le sue
piramidi e... le sue torri di Babele, per darsi il trionfo che si attribuisce
da solo e giungere finalmente a ciò che è il massimo dell'idolatria umana: il trionfo
e gloria.
Il Signore Gesù Cristo ci liberi
dall'orgoglio, origine della rovina spirituale di chiunque voglia innalzare se
stesso al di sopra di Dio!
Una promessa di Dio (che quindi sarà puntualmente adempiuta, essendo Dio FEDELE alle Sue
promesse!) è che Dio RESISTE ai
superbi!
Vogliamo
sfidare Dio?
Ebbene
Lui accetta la sfida!
Dio
farà vedere il vincitore...
L'orgoglioso dovrà piegarsi come si
piega il ferro, dovrà spezzarsi come si spezza l'acciaio.
Due detti degli orgogliosi:
-
"mi spezzo ma non mi piego": proprio perché non si piegherà davanti
al trono di Dio, l'orgoglioso sarà spezzato e gettato nella... "fornace
ardente" ad eterna dimostrazione dell'eterna vittoria di Dio!
- meglio un giorno da leone
che cento da pecora": proprio perché l'orgoglioso non vuole essere pecora,
non potrà mai avere il "Buon Pastore" Gesù Cristo, che lo condurrà
con sè, non per cento giorni, ma per l'eternità!
CONSEGUENZE
Oltre alle conseguenze accennate in
precedenza, (l'abbandono e la resistenza di Dio), ci sono altre conseguenze
"sociologiche" abbastanza rilevanti e constatabili da chiunque abbia
una certa sensibilità ed esperienza.
L’orgoglio IMPEDISCE la ricerca della SALVEZZA.
Dice il profeta Michea: “Ma
avverrà, negli ultimi tempi, che il monte della casa dell’Eterno si ergerà
sopra la sommità dei monti, e s’innalzerà al disopra delle colline, e i popoli
affluiranno ad esso.
Verranno
delle nazioni in gran numero e diranno: "Venite, saliamo al monte dell’Eterno
e alla casa dell’Iddio di Giacobbe; egli c’insegnerà le sue vie, e noi
cammineremo nei suoi sentieri!" Poiché da Sion uscirà la legge, e da
Gerusalemme la parola dell’Eterno.
Egli
sarà giudice fra molti popoli, e sederà come arbitro fra nazioni potenti e
lontane. Delle loro spade fabbricheranno vomeri, delle loro lance, roncole; una
nazione non leverà più la spada contro l’altra, e non impareranno più la
guerra.
Sederanno
ciascuno sotto la sua vigna e sotto il suo fico senza che alcuno li spaventi;
poiché la bocca dell’Eterno degli eserciti ha parlato.
Mentre tutti i popoli camminano ciascuno
nel nome del loro dio, noi
cammineremo nel nome dell’Eterno, del nostro Dio, in perpetuo. (Michea 4:1-5)
Che cosa orribile pensare di fabbricarsi un dio a proprio uso e consumo
e adorarlo, quando il vero Dio Gesù Cristo si è proposto all’attenzione del
mondo come la vera ed unica autorizzata “guida” di Dio!
Apparirà allora evidente come persone senza Gesù
mostreranno
Conseguenza della chiusura verso Dio è l'ISOLAMENTO
dell’uomo, che diventa sempre più scontroso ed incompreso. Nelle sue punte più
parossistiche si arriva anche alla PAZZIA, come persona che ha alterato i rapporti sociali o affettivi"
L’orgoglioso nella sua forma massima giustifica la sua fierezza per lo più immotivata agli occhi di
Dio e degli uomini e la manifesta esplicitamente: di questo egli ne può anche indicare un sostenuto
compiacimento"
Dio
gli resisterà, distruggendolo, annichilendolo, abbassandolo.
L'amore evidenzia l'orgoglio
In
un mondo di orgogliosi e prepotenti, il Signore, tramite
Se
infatti consideriamo sinceramente e serenamente ciò che siamo e ciò che
abbiamo, ci rendiamo conto che tutto ci è stato dato: questo è importante,
perché l’orgoglioso non considera mai che di suo non c’è niente. Facciamo degli
esempi: la salvezza ci è data da Gesù, le ricchezze le abbiamo prese dove esse
si trovavano, la nobiltà è un fatto ereditario, l’eredità è la ricchezza che
apparteneva ad un altro, il lavoro ci è stato concesso da altri, i soldi sono
una proprietà transitoria concessa dagli altri, la vita è un soffio di Dio ed
un parto di una madre, la salute è un momento di benessere di una macchina
presa in prestito, persino il cibo che mangiamo non è nostro ma della terra…
Questa è realtà ed insieme poesia della vita: occorre saperla apprezzare nella
sua giusta luce.
L’apostolo
Paolo allora, ispirato ovviamente dallo Spirito Santo così scrive: “ Or,
fratelli, queste cose le ho per amor vostro applicate a me stesso e ad Apollo,
onde per mezzo nostro impariate a praticare il "non oltre quel che è
scritto" ; affinché non vi gonfiate d'orgoglio esaltando l'uno a danno
dell'altro.
Infatti
chi ti distingue dagli altri? E che
hai tu che non l'abbia ricevuto? E se pur l'hai ricevuto, perché ti
glori come se tu non l'avessi ricevuto?
Già
siete stati saziati, già siete arricchiti, senza di noi siete giunti a regnare?
E fosse pure che voi foste giunti a regnare, affinché anche noi potessimo
regnare con voi!” (1 Corinzi 4:6-8)
L’uomo nasce nudo e nudo se ne va.
L’orgoglioso
invece non condivide nulla con nessuno, come l’avaro: la gloria è sua.
L’orgoglioso
è quello che nel linguaggio dialettale abruzzese è chiamato un “crepato”, o con
una frase idiomatica “pallone gonfiato”!
La mansuetudine e l’umiltà lo contrastano.
L’orgoglio produce
contese, liti, lotte, per affermare l’io
al posto di Dio: una semplice lettera alfabetica distingue l’orgoglioso da Dio
(io-Dio)
L’opposto
dell’orgoglio è la sua terapia spirituale: la mansuetudine. Tale atteggiamento
è un elemento del frutto dello Spirito Santo (Galati
5:22), mentre le contese sono un frutto della “carne” (Galati
5:20). La mansuetudine è la caratteristica del cristiano e di ogni persona
sottomessa a Dio e alla Sua Parola. Gli esempi nella Bibbia non mancano. Mosè
era l’uomo più mansueto della terra e Gesù lo era dell’intero universo. Nessuno
si è umiliato e sottomesso come Gesù ed è per questo che Dio-Padre lo ha
sovranamente innalzato al di sopra di ogni altro nome.
“Certa è questa parola: Se uno aspira
all'ufficio di vescovo, desidera
un'opera buona. Bisogna dunque che il
vescovo sia irreprensibile, marito di una sola moglie, sobrio, assennato,
costumato, ospitale, atto ad insegnare,…
che non sia novizio, affinché, divenuto
gonfio d'orgoglio, non cada
nella condanna del diavolo. Bisogna inoltre che abbia una buona testimonianza
da quelli di fuori, affinché non cada in vituperio e nel laccio del diavolo.” (1 Timoteo 3:1-7)
Nella
preghiera di Maria, la madre di Gesù, leggiamo: “Egli ha operato potentemente
col suo braccio; ha disperso quelli che erano superbi nei pensieri del cuor loro; ha tratto giù dai troni i
potenti, ed ha innalzato gli umili;” (Matteo 1:51-52) Così ragiona Dio: non
possiamo contraddirLo, perché Dio non teme confronti
e contrapposizioni, perché è folle pensare che Egli possa perdere!
Chi serve il Signore, che ovviamente è
solo Gesù Cristo, non deve mai scordare che le preghiere salgono solo se
condite con l’umiltà nel cuore.
L'ORGOGLIO NELLE DENOMINAZIONI E DELLE RELIGIONI
Quanto orgoglio troviamo nelle religioni! Potremmo
dire che è la malattia da cui l’uomo non è mai guarito. In alcune chiese, la
malattia è epidemica, in altre è endemica, in altre ancora è episodica, ma in
nessuna è assente.
Prendiamo l’esempio di Pietro, che, vedendo Gesù che
camminava sulle acque, ricevette da Lui quello che è comunemente chiamato il Rhema, cioè “la chiamata personale, come un ordine”:
"Vieni!"
Il Rhema però gli morì in
mano, o meglio sotto i piedi!
Pietro sentì il vento forte e distolse lo sguardo da
Gesù ed affondò.
Il vento forte rappresenta tutto ciò che può far
"morire" una promessa, un ordine, un Rhema.
Se Pietro avesse detto: "O.K. Adesso cammino sull'acqua! Guardatemi!" il
risultato sarebbe stato lo stesso! Sarebbe affondato mentre si faceva
ammirare...
Quanto desiderio di farsi ammirare c'è
nelle denominazioni "grandi" e quanto desiderio di farsi rispettare
c'è nelle denominazioni "piccole"!
Schiacciare o sentirsi schiacciati pare
che sia lo sport nazionale!
Se però siamo onesti con noi stessi,
riusciamo a percepire la vanagloria delle denominazioni e delle religioni nelle
quali l’abito, il rango, la carica, il servizio, costituiscono elementi di
vuoto orgoglio.
Addirittura in alcune chiese ci sono
certi personaggi che si ergono ad… avvocati del Signore! Loro si sentono in
diritto di innalzare o di abbassare! Gesù ci liberi da tale tentazione! Come
evangelico mi sono imbattuto nei “razzisti del velo” e dei difensori del
tradizionalismo: senza ombra di dubbio, posso affermare che il tradizionalismo
è orgoglio. Lo Spirito Santo è libertà. Nell’Evangelo leggiamo come i cristiani
di Laodicea erano scivolati nel tradizionalismo e
stavano correndo un serio pericolo di azzeramento della fede. Non lasciamoci
togliere la gioia del Signore dai tradizionalisti che, pur avendo cominciato
nello Spirito, poi vogliono continuare nella carne… (leggi anche Galati 3:1)
Siamo usciti da una religione piena di pesi per
rimetterci addosso un'altra religione piena di pesi!
La risposta è sempre la stessa da
duemila anni: Pietro, qundo aveva timore degli uomini
invece che di Dio, arrivò perfino a tradire il Maestro, ma quando invertì i
valori, neppure la prigione più scura ed impenetrabile lo tenne prigioniero!
L’orgoglio si scontra drammaticamente
con la libertà del cristiano, che, di fronte alle regole delle tradizioni e
della Legge, oppone la libertà del frutto dello Spirito Santo. (Galati 5:23).
Leggiamo con calma e con
serietà un interessante passo biblico, non dando nulla per scontato, anche se
il passo in questione è fritto e rifritto, letto e straletto:
Giacomo
4
1) Donde vengon
le guerre e le contese fra voi? Non
è egli da questo: cioè dalle vostre
passioni, che guerreggiano nelle vostre membra?
2)
Voi bramate (desiderate) e non avete; voi uccidete e invidiate e non
potete ottenere: voi contendete (litigate) e guerreggiate (combattete); non
avete perché non domandate;
3)
domandate e non ricevete, perché domandate male per spendere nei vostri piaceri.
4)
O gente adultera, non sapete voi che l'amicizia del mondo è inimicizia
contro Dio? Chi dunque vuol essere amico del mondo si rende nemico di Dio.
5)
Ovvero pensate voi che
6)
Ma Egli dà maggior grazia; perciò
7)
Iddio resiste ai superbi e
dà grazia agli umili. Sottomettetevi
dunque a Dio; ma resistete al diavolo, ed egli fuggirà
da voi.
8)
Appressatevi a Dio, ed Egli si appresserà a voi. Nettate le vostre mani, o peccatori; e
purificate i vostri cuori, o doppi d'animo! (o voi dal cuore doppio)
9) Siate afflitti e fate cordoglio e piangete!
Sia il vostro riso convertito in lutto, e la vostra allegrezza in mestizia!
10)
Umiliatevi nel cospetto del
Signore, ed Egli VI INNALZERÀ.
Dopo questa lettura noi siamo sempre gli stessi? Se è così,
poveri noi: abbiamo bisogno di leggere ancora il passo per almeno altre dieci
volte, tre volte al giorno, prima e dopo i pasti…
Se invece qualcosa è successo nel nostro
animo, allora possiamo trovare una conferma in ciò che dice l’altro apostolo
Pietro:
1
Pietro 5
1) Io esorto dunque gli anziani che sono
fra voi, io che sono anziano con loro e
testimone delle sofferenze di Cristo e che sarò pure partecipe della gloria che
ha da essere manifestata:
2) Pascete il gregge di Dio che è fra voi, non forzatamente, ma volonterosamente secondo Dio;
non per un vil guadagno, ma di buon
animo;
3) e non come signoreggiando quelli che
vi son toccati a sorte, ma essendo gli esempi del gregge.
4) E quando sarà apparso il sommo
Pastore, otterrete la corona della gloria che non appassisce,…
5) Parimente, voi più giovani, siate
soggetti agli anziani. E tutti rivestitevi di umiltà gli uni verso gli altri, perchè Dio resiste
ai superbi ma dà grazia agli umili.
6) Umiliatevi
dunque sotto la potente mano di Dio, affinché EGLI VI INNALZI A SUO TEMPO;
7) gettando su lui ogni vostra
sollecitudine, perch'Egli ha cura di voi.
8) Siate sobri, vegliate; il vostro
avversario, il diavolo, va attorno a guisa di leon
ruggente cercando chi possa divorare.
9) Resistetegli
stando fermi nella fede, sapendo che le medesime sofferenze si compiono
nella vostra fratellanza sparsa per il mondo.
10) Or l'Iddio d'ogni grazia, il quale
vi ha chiamati alla sua eterna gloria in Cristo, dopo che avrete sofferto
per breve tempo, vi perfezionerà Egli
stesso, vi renderà saldi, vi fortificherà.
11) A lui sia l'imperio, nei secoli dei
secoli. Amen.
A LUI SIA L’IMPERIO
Viva Gesù, l’imperatore!
------- ooooooo
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